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Ucraina: "Accordo su cessate il fuoco con la Russia". Nato e Ue contro Mosca: il terrore per il piano segreto di Vladimir Putin

Giulio Bucchi
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Mosca e Kiev hanno trovato un accordo su un cessate il fuoco permanente nell'est dell'Ucraina. Lo fa sapere l'ufficio del presidente ucraino Petro Poroshenko , che in mattinata ha contattato telefonicamente il collega russo Vladimir Putin. Una boccata d'ossigeno per gli ucraini che segna probabilmente uno snodo cruciale nella crisi al centro dell'Europa e che in qualche modo avvalora quanto sostenuto, in privata sede, da alti ufficiali della Nato: "La Russia ha già vinto la guerra in Ucraina". Parole che fanno capire a tutti, se ancora ce ne fosse bisogno, che lo schieramento di 4.000 uomini delle truppe dell'Alleanza atlantica nel Baltico non sono altro che un avvertimento a Vladimir Putin: fermati a Kiev e non toccare Estonia, Lituania e Lettonia. Sì, perché l'impressione è che l'Ucraina abbia di fatto perso la propria indipendenza politica. Gli analisti internazionali guardano con un misto di preoccupazione e ammirazione alle manovre a tenaglia portate avanti nell'Est dell'Ucraina dagli strateghi di Putin, dal ministro della Difesa Sergej Shojgu ai capi di aviazione, marina e forze speciali (Salykov, Bondarev, Chirkov, Shamanov). E la preoccupazione diventerebbe terrore se Putin spostasse tra qualche settimana l'attenzione sul Baltico, per l'annessione delle tre ex repubbliche sovietiche. Il pericolo degli hacker - Il dispiegamento di truppe di terra, aerei e navi nell'area del Nord Europa da parte della Nato rappresenta dunque un deterrente, non una minaccia di intervento immediato. Un ultimo tentativo di mediare politicamente la fine di una guerra quasi ignorata per mesi dall'Occidente. Una guerra in cui, beninteso, l'Occidente sa di non avere alcuna convenienza ad intervenire. Le agenzie di sicurezza dei paesi del Patto atlantico hanno già messo in guardia i governi di possibili rappresaglie di Mosca: innanzitutto, un attacco su larga scala dei temutissimi hacker russi, perché le battaglie oggi si perdono anche sul web.  Cosa succede con le sanzioni - E poi c'è il piano economico-finanziario, con ripercussioni in grado di mettere in ginocchio tutta l'Europa. In ogni caso, la Germania trema per le ricadute sulle forniture energetiche. Se la Russia verrà attaccata, il primo risultato sarà bloccare l'approvvigionamento per l'estero. Se prenderà il controllo di Kiev, potrà a maggior ragione fare il bello e cattivo tempo. E comunque, "senza energia russa - è l'allarme strisciante a Berlino - sopravviveremmo per al massimo cinque mesi". L'Ue e la neo-Alta rappresentante per le politiche estere comunitarie Federica Mogherini provano ad alzare la voce con Putin, minacciando sanzioni: "La partnership tra Unione e Mosca non esiste più per scelta della Russia", attaccava ieri il ministro italiano. Come spiega Maurizio Ricci su Repubblica, le armi in mano all'Europa sono essenzialmente finanziarie. Un modo per piegare Putin potrebbe essere allargare il numero di banche russe da "bloccare" sui mercati europei. In più, potrebbe scattare il divieto per gli europei di investire in quelle stesse banche per più di 30 giorni (contro i 90 attuali), per chiudere i rubinetti di denaro che rendono forti le casse russe. Estrema arma: escludere dai mercati finanziarie comunitari i colossi dell'energia russa Rosneft, Gazprom, Lukoil o negarli prestiti. Ma sarebbero tutti colpi alla Tafazzi: fare male alla Russia significherebbe dare colpi mortali all'Europa, anche perché le banche europee (soprattutto italiane, austriache e francesi) vantano 200 miliardi di crediti a Mosca. Distruggere il mercato e le finanze russe significherebbe farsi molto, molto male con le nostre stesse mani.

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