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Ha ucciso Bin Laden ma non è un eroe,gli Usa lo lasciano senza pensione

L'uomo che ha sparato al capo di Al Qaeda ha lasciato la marina. Ora vive nel terrore con la sua famiglia, ma ha perso tutti i benefici per la sua carriera

Ignazio Stagno
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Non aveva mai parlato. E' stato l'uomo che ha ucciso il nemico più temibile dell'Occidente. Non rivela, per ovvi motivi la sua identità, ma ad Esquire racconta tutto di quella notte. In quella notte di maggio il Seal team 6 entra nella palazzina di Abbottabad, in Pakistan. I soldati americani salgono le scale. Arrivano al terzo piano, dove c'è Bin Laden. "È il gesto più eroico che abbia mai visto. Entro nella stanza Bin Laden è lì. La sua mano sulla spalla di una donna, la spinge avanti... Lo guardo... È vicino ad un mobile dove c'è un mitra Ak47, quello corto, famoso... Si sta muovendo verso l'arma. Non so se lei (la donna) ha una cintura (esplosiva)... Lui ha l'arma a portata di mano... È una minaccia. Devo colpirlo alla testa così non ha la possibilità di farsi saltare per aria. In quel attimo gli sparo, due volte alla fronte. Bam. Bam. La seconda mentre sta scivolando sul pavimento. Finisce davanti al suo letto e lo colpisco ancora. Bam. Stesso punto. La sua lingua è di fuori. Lo osservo mentre emette il suo ultimo respiro. E rammento che mentre lo guardavo mi sono chiesto: È la miglior cosa che abbia mai fatto o la peggiore?". Fin qui il racconto della sparatoria. Ma la storia non finisce qui. Lo sparatore si ritira dalla marina prima dei termini stabiliti e da eroe diventa un uomo qualunque, perdendo anche i benefici. Ora vive con la sua famiglia in uno stato di continuo terrore, per paura delle ritorsioni da parte di Al Qaeda. Così ha insegnato ai suoi figli a nascondersi in nella vasca da bagno e gli ha dato un ordine: "Non pronunciate mai il nome di Bin Laden. E' simbolo di sciagura. Chiamatelo Poopyface, faccia di m..."

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