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Istanbul, violenze in piazza: decine di feriti, quattro persone resteranno cieche

Proteste per la sostituzione di un parco con un centro commerciale e una moschea nella centralissima Taksim. Il premier Erdogan: "Non cediamo agli estremisti"

Giulio Bucchi
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Caos e violenza a Istanbul, in Turchia, dove da due giorni manifestanti anti-governativi e forze dell'ordine si scontrano tra i quartieri di Taksim e Besiktas, nella parte europea della metropoli sul Bosforo. Ma la protesta si è già estesa a tutto il Paese e da locale è diventata politica: centinaia di feriti e arresti, 4 persone rimaste cieche per colpa dei lacrimogeni lanciati dalla polizia, e il premier Erdogan che ha dovuto ammettere che "le forze dell'ordine hanno usato la mano troppo pesante". E secondo Amnesty International (ma il dato non è confermato dalle fonti ufficiali) sarebbero due le persone morte negli scontri. "No alla svolta islamista" - Migliaia di turchi sono scesi in piazza e nelle strade per chiedere le dimissioni del governo guidato da Tecep Tayyp Erdogan. Motivo scatenante della protesta la decisione di costruire un centro commerciale e una moschea al posto del parco Gezi, con conseguente abbattimento di 600 alberi. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché in realtà da mesi la situazione a Istanbul è tesissima. Il 1 maggio, per esempio, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza Taksim per festeggiare il giorno del lavoro e chiedere un aumento degli stipendi, contravvenendo però al divieto delle forze dell'ordine di occupare l'area: per tutta la giornata si sono registrati violentissimi scontri, con cariche e lancio di lacrimogeni da parte della polizia. L'ultimo divieto di vendita e pubblicità di alcolici nelle ore notturne, imposto dal filo-islamico Partito della Giustizia di Erdogan, ha peggiorato il clima. Non a caso, molti manifestanti esibivano lattine di birra in mano. La Turchia laica, insomma, protesta contro la svolta islamista del premier. E c'è già chi parla di una nuova, minacciosa, primavera mediterranea a parti invertite.   Istanbul, lacrimogeni contro i manifestanti Istanbul, piazza Taksim sotto assedio Guarda i video su LiberoTv   Bilancio pesante - Il bilancio di questi ultimi scontri è già pesante. Soltanto nella giornata di venerdì i referti ufficiali parlano di 12 persone ricoverate, mentre Amnesty International riferisce di oltre un centinaio di feriti. Il governatore Huseyin Avni Mutlu ha annunciato un'inchiesta su 63 persone arrestate con l'accusa di aver "provocato la violenza". Migliorano, intanto, le condizioni di una cittadina di origini marocchine operata per una frattura al cranio e attualmente in terapia intensiva.  Secondo gli ultimi dati pare che in totale gli arresti odierni siano 95 per quanto riguarda gli scontri tra manifestanti e polizia a piazza Taksim. Di questi, riferisce il quotidiano Hurriyet, 81 sono stati rilasciati dopo essere stati interrogati dalla procura, che si riserva di incriminarli. Inoltre, a quanto riferisce l''Associazione dei medici turchi, quattro manifestanti colpiti dai lacrimogeni sparati dalle forze anti-sommossa resteranno ciechi. Nelle altre 90 città in cui si protesta in piazza gli arresti sarebbero 939 nelle ultime 38 ore. Erdogan: "Mano pesante" - "La polizia è già intervenuta e continuerà a intervenire perché piazza Taksim non può essere un'area in cui gli estremisti fanno come gli pare", ha dichiarato il premier Erdogan in tv, assicurando che il suo governo farà quanto necessario "per garantire la sicurezza delle persone e delle loro proprietà". Ma col passare delle ore, lo stesso premier ha ammesso che possono esserci stati casi di azioni "estreme" delle forze dell'ordine nei confronti della gente scesa in piazza. "Sì, è vero - ha detto Erdogan -, potrebbero esserci stati degli errori, una risposta un po' troppo estrema da parte della polizia". E il ministero dell'Interno ha fatto sapere con un comunicato che sarà intrapresa azione legale contro i poliziotti che hanno agito in maniera "eccessiva". "Nessuno però - ha aggiunto Erdogan - ha il diritto di aumentare le tensioni in Turchia usando come scusa alcuni alberi tagliati". Solidarietà - La mobilitazione militante si è espansa a macchia d'olio anche su internet e dalla rete sono giunti numerosi messaggi di solidarietà nei confronti dei manifestanti. Sui social network la parola chiave è: occupygezi. I manifestanti ripuliscono la piazza - Gli attivisti del movimento che si oppone alla demolizione del parco di Gezi stanno ripulendo la piazza Taksim, teatro ieri della brutale repressione da parte della polizia turca della manifestazione pacifica. Lo riporta il sito in inglese del quotidiano Hurriyet, precisando che molte persone stanno pubblicando su Twitter le foto delle squadre di volontari che stanno ripulendo la piazza, mostrando anche le bombolette di gas lacrimogeno esplose, sassi, vetri ed altro materiale usato dai manifestanti per improvvisare barricate contro gli assalti della polizia. Secondo Amnesty International, due manifestanti sono rimasti uccisi ed oltre mille feriti nei violenti scontri.

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