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Usa, le conseguenze dello shutdown: chiude la Statua della Libertà

Barack Obama

800mila dipendenti pubblici a rischio, Obama non si arrende

Francesca Canelli
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Il Congresso degli Stati Uniti non trova l'intesa sul l finanziamento della macchina statale e ora l'amministrazione non è più in grado di pagare gran parte dei servizi pubblici, con almeno 800 mila dipendenti pubblici a rischio. L'ultimo shutdown risale al 1996. Obama attacca i repubblicani: "Hanno chiuso il governo, ma non l'Obamacare""Sfortunatamente non abbiamo chiare indicazioni che il Congresso possa agire in tempo perché il presidente possa firmare una risoluzione di prosecuzione entro la fine del giorno primo ottobre 2013", si legge in un memorandum diffuso dall'ufficio Gestione e bilancio della presidenza americana. "Questo è un giorno molto triste per il nostro Paese", ha commentato il democratico Harry Reid, leader della maggioranza al Senato, che ha bollato come "anarchici" i repubblicani che hanno impedito l'approvazione del bilancio alla Camera. In seguito al blocco dei fondi, circa 800mila lavoratori statali non riceveranno più stipendio, ci sarà la chiusura di musei, degli sportelli ministeriali e persino dei parchi naturali in tutti gli States. Oggi la chiusura perfino della Statua della Libertà. Duro il commento del presidente Barack Obama per il quale l'impatto sull'economia sarà il peggiore dalla seconda guerra mondiale. "L'hanno fatto. Un gruppo di repubblicani della Camera ha forzato lo shutdown del governo per l'Obamacare invece di passare una vera legge finanziaria", ha scritto su Twitter accusando il Gop di essere l'unico responsabile dello stop dei finanziamenti federali. Ma il presidente aggiunge che la riforma sanitaria va avanti "non potete chiuderla, il nuove mercato delle assicurazioni sanitarie apre i battenti oggi". E in un video messaggio dal fortissimo significato simbolico diffuso subito dopo il blocco si è rivolto alle truppe. "Voi e le vostre famiglie meritate molto meglio delle disfunzioni viste al Congresso", ha scandito il presidente, che in qualità di Commander in Chief ha voluto personalmente rassicurare i militari. "Chi è in divisa manterrà il suo normale status di servizio", ha affermato, sottolineando che verrà fornito tutto il necessario per l'andamento delle missioni all'estero.

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