Isis, l'obiettivo sono le donne: perché anche in Italia rischiano di più
La cieca furia nichilista dell'Isis si rivolge adesso contro le donne, colpevoli di rappresentare, secondo l'interpretazione integralista della Sharia, il peccato. Il vile attacco avvenuto domenica a Marsiglia, dove due donne sono state accoltellate a morte, rappresenta l'ultimo episodio in ordine cronologico di un odio viscerale che in questi ultimi anni si è manifestato ciclicamente nelle nostre democrazie, occidentali, laiche e multiculturali. L'anatema alle donne venne lanciato nel settembre di tre anni fa dal portavoce dello Stato islamico, Abu Muhammad Adnani, che, in un video di 42 minuti diffuso su twitter, annunciava: "Con la volontà di Dio, distruggeremo la Croce, conquisteremo la vostra Roma e prenderemo le vostre donne". Una minaccia che si è tradotta nella strategia pseudo militare che l'Isis ha messo in atto in Europa. Per approfondire leggi anche: Sesso e islam, la verità che nessuno vuole rivelarvi Il 19 agosto scorso, a Turku in Finlandia, un marocchino ha ucciso a coltellate una signora di 67 anni, una ragazzina di 15, e ha ferito due svedesi e un' italiana. "Puntava solo alle donne" ha dichiarato il portavoce della polizia. Bisogna rendersi conto che un riconoscimento della figura della donna, che non sia concepita come mero oggetto di riproduzione biologica e di soddisfacimento sessuale, è fuori dall'orizzonte valoriale e spirituale degli integralisti. E questo impone ai nostri governi di tutelare in modo particolare le donne, con una sorveglianza rafforzata dei luoghi che queste frequentano, a partire dalle scuole. È poi indispensabile far assimilare la nostra cultura e i nostri valori, nei quali l'uguaglianza tra uomo e donna rappresenta un punto cardinale, agli immigrati di fede islamica. Assimilazione che è la premessa indispensabile di qualunque processo di integrazione.