Referendum indipendenza, il tribunale costituzionale spagnolo vieta la convocazione del Parlamento catalano
Dopo il referendum per l'indipendenza di domenica scorsa, fonti giudiziarie al quotidiano La Vanguardia riferiscono che il Tribunale costituzionale spagnolo ha deciso di sospendere la convocazione del 'Parlament' catalano prevista per lunedì prossimo. Il plenum del Tribunale costituzionale, accogliendo un ricorso del Psc, il Partito socialista catalano, ha deciso di sospendere in via cautelativa la convocazione del Parlamento che avrebbe dovuto ratificare l'esito del referendum e di fatto proclamare l'indipendenza della Catalogna. La decisione del Tribunale costituzionale di sospendere la convocazione della seduta del Parlamento catalano si basa sulla «speciale importanza costituzionale» della questione e considera il ricorso del Psc come «rilevante e di generale ripercussione sociale e economica». La Corte dichiara «radicalmente nulla e senza valore effettivo alcuno» qualunque atto che sia contrario alla decisione di sospendere la seduta del Parlamento. Il Tribunale ha notificato la sua decisione alla presidente del 'Parlament', Carme Forcadell e ai membri della Camera catalana, e ha avvertito che «è loro dovere impedire o paralizzare qualunque iniziativa che ignori o eluda la sospensione». Le conseguenze di un atto contrario alla decisione del Tribunale potrebbero essere anche «penali», avverte ancora la Corte. La linea durissima è stata confermata dal ministro portavoce del governo di Madrid, Inigo Mendez de Vigo, secondo il quale, se il governatore catalano Carles Puigdemont dichiarerà l'indipendenza unilaterale della Catalogna, il governo spagnolo «agirà di conseguenza» e adotterà le misure previste dalla Costituzione a difesa dei diritti dei catalani e di tutti i cittadini spagnoli. «Una dichiarazione unilaterale di indipendenza non ha alcun senso», ha aggiunto, sottolineando che il governo difende le libertà e i diritti di tutti, non solo di una minoranza secessionista.