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Corea del Nord, la vita nella città sotterranea che crollerà sotto le bombe atomiche

Eliana Giusto
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La Dmz, la zona demilitarizzata tra la Corea del Nord e quella del Sud, è lunga quasi 250 chilometri e larga 4, ed è stata costituita lungo il 38esimo parallelo, che alla fine della Seconda guerra mondiale, ricorda La Stampa in un reportage, aveva segnato il confine artificiale tra la Corea occupata dagli americani e quella dei sovietici. Nel corso dei decenni lungo il filo spinato, sono morti 500 soldati sudcoreani, 250 nordcoreani e una cinquantina di americani e Seul ha scovato il primo dei quattro "Tunnel dell'aggressione". Si tratta di gallerie scavate dal regime di Pyongyang sulla carta per cercare carbone, in realtà per trasferire 30mila soldati all'ora oltre il confine, in caso di invasione. Seul ha provato a trasformare questo confine bollente in un'attrazione turistica e ci ha costruito persino un lunapark per bambini. Qui nessuno sembra temere nulla: "Paura? E perché? Sono cresciuto qui, fra i militari: cosa c'è di diverso adesso? Non lasciateci soli, perché la vita continua normale. Non scappate via, voi amici occidentali".  In realtà, oggi di diverso c'è che Kim Jong un sta alzando il livello della tensione con i continui test nucleari e il lancio di missili. Secondo uno studio del Congressional Resarch Service, poi, in caso di guerra, verrebbero colpiti 25 milioni di sudcoreani e anche senza armi atomiche farebbe da 30.000 a 300.000 morti solo in pochi giorni.

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