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Corea del Nord, la nuova "atomica leggera" di Trump per distruggere Pyongyang prima che attacchi Kim Jong-un

Giulio Bucchi
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Un'arma definitiva contro la Corea del Nord, stavolta il Pentagono passa ai fatti. L'esercito degli Stati Uniti ha messo a punto la strategia di "attacco preventivo" al regime di Kim Jong-un. Nel suo discorso alla Nazione, il presidente Donald Trump ne ha fatto velato cenno, quasi un messaggio cifrato per Pyongyang: quel passaggio sui missili nordcoreani "molto presto capaci di minacciare la nostra patria", suggerisce Gian Micalessin sul Giornale, non è da sottovalutare perché è impensabile che la Casa Bianca stia con le mani in mano ad attendere l'Apocalisse nucleare. E così ecco in rampa di lancio le "armi non convenzionali", "testate atomiche tattiche opportunamente modificate" per contenere la ricaduta radioattiva e contemporaneamente disintegrare la resistenza dell'esercito di Kim. Quando Trump parla di "modernizzare e ricostruire il nostro arsenale nucleare" intende proprio questo. Leggi anche: "Fallito il test missilistico", psicosi coreana negli Usa Uno studio del luglio 2017 pubblicato dalla rivista di Sicurezza Internazionale del Mit anticipava la creazione di "testate nucleari leggere" in grado di eliminare le infrastrutture militari coreane contenendo le vittime a "qualche centinaio di vite umane". L'arma in questione è la "versione 12" della storica bomba termonucleare B61, progettata nel 1963. Aggiornata, dotata di un nuovo sistema di guida, diventata un'arma di precisione con margine di errore di appena trenta metri. Leggi anche: "Cosa succederà all'uomo dopo una guerra nucleare", lo studio degli scienziati La sua potenza può essere modulata su 4 varianti, da 0,3 a 5, 10 o 50 chilotoni, in base all'obiettivo da colpire, e la sua dispersione radioattiva, quella che di fatto creerebbe le peggiori conseguenze per i civili, è decisamente contenuta soprattutto nel caso di utilizzo sotterraneo. Secondo indiscrezioni, scrive il Giornale, la nuova B61 "non ancora operativa" starebbe per arrivare invece a Guam, snodo strategico cruciale nel cuore del Pacifico e obiettivo più semplice di un eventuale attacco nordcoreano. Sempre che non colpisca prima Trump, proprio dall'isola.

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