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Toni Capuozzo, la verità sul rapimento dei quattro operai italiani in Libia: dietro c'era l'Isis

Giovanni Ruggiero
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I rapitori dei quattro operai dell'impresa Bonatti, sequestrati a Sabrata in Libia il 19 luglio 2015 non erano criminali comuni, come in tanti si erano affrettati a dire all'epoca dei fatti. A ribadirlo è il giornalista Toni Capuozzo, dopo che la Procura di Roma ha arrestato tre libici a Tripoli responsabili del sequestro. Sulla sua pagina Facebook, l'inviato di guerra ha commentato: "Allora eravamo in pochi a dirlo: non si trattava di malavita comune, ma di fondamentalisti islamici". Secondo i magistrati italiani, infatti, i tre libici già in carcere per altri reati agivano per conto di un cellula dell'Isis e puntavano a finanziarsi con il denaro chiesto per il riscatto. I tre sono accusati di sequestro di persona con finalità di terrorismo aggravato dalla morte dei due ostaggi, Fausto Piano e Salvatore Failla, morti durante un conflitto a fuoco mentre venivano trasferiti in un altro luogo di prigionia. Leggi anche: Capuozzo, il ricordo straziante del collega

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