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Germania, caccia brutale ai migranti: così la polizia della Merkel ferma italiani e sospetti al confine

Giulio Bucchi
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La faccia truce della Germania coi migranti? C'è già, sul confine con l'Austria. Dal 2015 in posti tranquilli come Rosenheim, Kempten, Passau e Freilassing sono tornate le frontiere blindate, alla faccia di Schengen. Tutto, spiega la Stampa, per rispondere alla "emergenza immigrazione" e l'arrivo in massa dei rifugiati, anche grazie alla ormai superata politica dell'accoglienza sbandierata dalla cancelliera Angela Merkel: barriere, casotti presidiati da agenti armati, prefabbricati per gli uffici e l'identificazione e un hangar verso cui vengono dirottati i mezzi sospetti fermati dalla polizia. Leggi anche: Merkel, piano-vergogna. Così vuole far esplodere l'Italia di immigrati Di fatto, è l'antipasto dell'annunciato Masterplan, il piano-immigrazione che potrebbe portare a un effetto-domino in Austria e Italia, con la chiusura dei confini e il rischio che crolli tutta l'impalcatura di Schengen e della libera circolazione in Europa. Tradotto: una bomba che può far esplodere l'Unione. Nei futuri Massenlager, i centri di identificazione dei migranti dal nome sinistro, gli stranieri irregolari saranno classificati e dotati di braccialetti di riconoscimento. Nel frattempo, la selezione all'ingresso è assolutamente casuale. Di più, ci si basa sui più classici pregiudizi. "Siccome è una strada a scorrimento veloce - spiega l'inviato della Stampa in Baviera -, non è che si possono fermare tutti". Chi finisce nel mirino? Il guidatore che ha la faccia mediterranea, il Suv con i vetri oscurati, le donne velate a bordo, chi ha la targa rumena, italiana o una macchina "più scassata della media". In un giorno, ad esempio, i solerti poliziotti tedeschi hanno fermato anche un camper con una famiglia italiana in vacanza. Alla faccia del razzismo di Salvini.

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