L'imprenditore italiano che fa fortuna in America: "Il fisco di Trump sta dalla parte di chi investe"
Non solo neolaureati, ricercatori, studenti e pensionati lasciano l' Italia in cerca di maggiori opportunità nonché di migliori condizioni economiche, ma anche gli imprenditori, ossia quella categorie di uomini e donne che, se solo non fossero invisi da uno Stato che li considera alla stregua di farabutti ed ostacolati da una burocrazia farraginosa, resterebbero sulla penisola creando quei posti di lavoro che mancano e contribuendo così alla crescita di un Paese che arranca, illudendosi che per tirarsi fuori dal tunnel della crisi sia utile regalare il reddito di cittadinanza a chi poltrisce. Stefano Vigenzone Toniolo, 35 anni, torinese, è uno di quei giovani di buona volontà che hanno deciso di fare le valigie e raggiungere luoghi in cui fare impresa è più facile. Da due anni ha trasferito i suoi investimenti a Miami ed in breve tempo è riuscito a moltiplicare le sue attività. «La burocrazia a Miami agevola chi ha voglia di fare. L' imprenditore è considerato una preziosa risorsa del sistema, che è meritocratico: chi possiede le capacità e si impegna nel lavoro raggiunge sempre i suoi traguardi», spiega Stefano. Una delle tante misure volte a favorire l' imprenditoria consiste nella possibilità di dedurre dalle tasse l' ammontare complessivo dell' investimento per il primo anno. Dal secondo in poi le aliquote sono molto competitive. Capitali stranieri - «Essendo uno dei più importanti uomini d' affari del pianeta, oltre che presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha posto dei limiti all' immigrazione, ma nello stesso tempo ha favorito l' importazione dei capitali stranieri da parte di coloro che desiderano raggiungere gli USA per fare impresa in modo serio», sottolinea Stefano, che di tornare ed investire in Italia in questo momento non ci pensa proprio. «I progetti che sto realizzando qui sono copiosi e tutto deve essere seguito da vicino, quindi adesso non potrei neanche rientrare per una vacanza. Eppure sono convinto che il nostro Paese sia il più bello del mondo oltre che il più ricco di potenzialità, cultura, arte e risorse, purtroppo non sfruttate in modo adeguato ai fini dell' espansione economica». Gli imprenditori che hanno abbandonato l' Italia non pensano di avere tradito la patria, semmai si sentono traditi da quest' ultima nonché da una classe politica che continua a vessarli con una pressione fiscale oramai arrivata alle stelle. «Spesso chi vuole creare ricchezza in zone depresse del territorio nostrano si ritrova i bastoni tra le ruote. Penso a Flavio Briatore, il quale, avendo incontrato numerosi impedimenti, alla fine ha preferito rinunciare all' idea di avviare ad Otranto il Twiga», continua Toniolo. Ma cosa spinge gli italiani a volare a Miami? Risulta che il numero di investitori proveniente dal nostro Paese è notevole e continua ad aumentare. Ad attrarli non possono essere soltanto il clima tropicale, gli undici chilometri di spiagge bianchissime, la movida, il divertimento garantito a qualsiasi ora del giorno e della notte, l' atmosfera rilassata e allegra. «Siamo un popolo di pionieri e navigatori e Miami è una città nuova, ancora da costruire a livello di impresa e innovazione. Oltre a noi, a farla da padroni sono i grossi imprenditori sudamericani, che hanno bisogno di portare denaro all' estero», dichiara Stefano. Gli italiani investono soprattutto nel settore immobiliare e nella ristorazione. Uno dei primi italiani ad acquistare immobili a South Beach, Miami, fu Gianni Versace che nel 1992 acquisì Casa Casuarina, trasformandola in una sfarzosa residenza estiva, diventata oggi un albergo di lusso. «Altri settori in cui gli abitanti della penisola sono apprezzati in Florida sono la moda, il tessile, l' architettura e l' arte», puntualizza Toniolo. Le differenze - Il motivo fondamentale che ci conduce a fare impresa in Florida è la sensibile differenza tra il sistema economico italiano e quello statunitense. «Miami è la terra delle opportunità per chi ha desiderio di rimboccarsi le maniche. Negli ultimi anni di grande ispirazione per gli italiani che vivono qui è il gruppo Rosetta Bakery, vera e propria bandiera del successo del made in Italy, simbolo di artigianalità», dice il manager, che si occupa di investimenti immobiliari e transazioni finanziarie. Nell' ultimo anno Toniolo, un suo socio monegasco e una manager del food partenopea hanno avviato una catena di "pasta bar", chiamata Sauce' s, che per ora conta due punti vendita, puntando quindi sul prodotto principe della nostra cucina, ovvero la pasta, quella artigianale. Tra poche settimane, inoltre, verrà inaugurato un nuovo locale, il West, sulla splendida terrazza del lussuoso Hyde Hotel che si trova in una delle aree considerate più alla moda di Miami, ossia Midtown. Il West sarà attivo dalle 7 del mattino alle 2 di notte. Dall' alba al tramonto i clienti potranno rilassarsi in piscina, godere della vista spettacolare, ascoltare musica dal vivo. Passata l' ora dell' aperitivo il locale si trasformerà in ristorante e l' intrattenimento notturno proseguirà con la musica dei dj più apprezzati. Da buon cittadino italiano Toniolo ha concentrato parte degli investimenti nel ramo del fashion: «Mia moglie ha fondato il brand di costumi da bagno Notorious Swimwear di Juliana Saraza, di cui lei stessa è creatrice e disegnatrice». «Diversificare è una scelta vincente sia in Italia che all' estero», conclude l' imprenditore. di Azzurra Noemi Barbuto