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Emmanuel Macron, la mossa kamikaze: "È stato un grande". Nazi-disastro, così si seppellisce da solo

Giulio Bucchi
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"Non nascondo nessuna pagina, la storia la guardo negli occhi". E così Emmanuel Macron sfida la Francia e la sinistra presenziando sabato a una celebrazione del maresciallo Philippe Pétain, contestatissimo capo del governo di Vichy dal 1940 al 1944. Un collaborazionista amico dei nazisti, per usare la brutale formula in uso in un Paese che nella resistenza, anche a destra (con il mito nazionale Charles De Gaulle), ha ancora oggi forse più che in Italia un tabù intoccabile. Leggi anche: "Il presidente ha un esaurimento nervoso, ecco le prove". Munchau, la bomba su Macron "Il mio ruolo è spiegare", sottolinea il presidente, secondo cui non c'è "alcuna contraddizione" tra la condanna delle sue "fatali scelte" e il ricordo di eroe di guerra. Perché Pétain è stato anche "un gran soldato nella Prima guerra mondiale", prima di "aver portato avanti scelte funeste nella Seconda". Un giudizio freddo, da storico, che si coniuga poco con i tempi stretti della politica e dei sondaggi elettorali. Pétain, ricorda Il Giornale, sarà incluso in una lista di otto marescialli onorati nel centenario dell'armistizio dell' 11 novembre 1918. "Mi sono sempre opposto al disfattismo francese nei confronti di qualsiasi ideologia. Ma riconosco la parte che i nostri marescialli hanno giocato. Gli dobbiamo la vittoria". 

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