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Brexit, bocciato dal Parlamento l'accordo di Theresa May: la premier appesa a un filo

Davide Locano
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Fine della corsa per la Brexit di Theresa May: la Camera dei Comuni ha infatti bocciato il suo accordo con la Ue per l'addio all'Unione. La sconfitta è stata pesantissima, con 43 voti contrari. Ora, il governo britannico è appeso a un filo. Secondo Jeremy Corbyn, si tratta della "più grande sconfitta di un governo dal 1920". Ma per la May non potevano essere sorprese: il fronte dell'opposizione è apparso subito compatto e trasversale. I ribelli del Partito Conservatore, i Laburisti e i nord-irlandesi del Dup avevano già confermato la volontà di votare contro l'accordo siglato con l'Unione europea. La May, nel discorso alla Camera, aveva affermato che "stanotte capiremo se vogliamo andare avanti con l'uscita" dall'Unione europea. La premier britannica ha detto di non voler "arrendersi" e di non volerlo fare né revocando l'articolo 50 né annullando la Brexit. E questo perché secondo la leader Tory ha il "dovere di dare attuazione alla decisione democratica" compiuta nel 2016, quando il popolo britannico "ha votato per avere un accordo di uscita dall'Ue". La May aveva poi rivolto parole durissime anche ai suoi: "se alcune persone pensano che bocciando l'intesa negoziata tra Londra e Bruxelles potranno far sì che il governo britannico torni a Bruxelles per negoziare un accordo migliore, si sbagliano". Perché l'Europa non vuole alcun "accordo alternativo". Dopo il voto, Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia contro la premier, che si voterà domani, mercoledì 16 gennaio. La May, da par suo, ha detto di non volersi dimettere nonostante la clamorosa bocciatura sull'intesa su Brexit in Parlamento: "Il no all'accordo è stato molto chiaro ma sul tavolo non ci sono alternative", ha affermato". Ora, potrebbe delinearsi anche la strada che porta a un nuovo referendum.

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