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Sea Watch 3, ong alleata degli scafisti? La telefonata-bomba: "Il gommone è partito"

Davide Locano
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Questa volta c'è "ciccia"? Si parla dei presunti rapporti tra ong e scafisti, da tempo nel mirino di Matteo Salvini, il quale ha infatti sganciato la bomba: "I magistrati hanno elementi concreti su telefonate fatte dagli scafisti a una ong dalla Libia". Così ieri, martedì 9 luglio, il ministro dell'Interno in televisione. Il punto è che, svela sempre il leader della Lega, un libico ha chiamato per errore il Centro di coordinamento delle Capitanierie di porto di Roma, il Mrcc, credendo di parlare con Sea Watch. L'uomo parlava in inglese: "Pronto, Sea Watch? È partito un gommone da Zuara". Leggi anche: Libia, liberati gli immigrati: rischio invasione Il Mrcc, come sempre, ha registrato la comunicazione, fatta ascoltare - sottolinea Il Fatto Quotidiano - più di un mese fa al Comitato nazionale per l'ordine pubblico che si riunisce al Viminale, presieduto da Salvini. Dunque la vicenda è passata alla magistratura, Roma prima e Agrigento poi, dove si indaga sugli sbarchi, compreso l'ultimo della Sea Wach 3 di Carola Rackete. Ad ora gli investigatori sono scettici, Luigi Patronaggio ha affermato che "non ci sono prove di accordi tra ong e scafisti". Ma le indagini continuano. Troppo sospetta quella telefonata, anche se sempre secondo Il Fatto, in procura qualcuno teme che sia una polpetta avvelenata. Resta il fatto che l'intelligence italiana è convinta del fatto che ong e scafisti abbiano rapporti, anche se nessuna prova ufficiale è mai stata esibita in pubblico.

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