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Immigrazione, l'isola emersa dai ghiacciai sciolti dove trasferire gli africani in fuga

Davide Locano
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Potrebbe essere una buona idea per risolvere il problema dei flussi migratori, popolare isole disabitate e allo stesso tempo evitare la difficile convivenza tra popoli diversi. Una soluzione avveniristica non della serie "aiutiamoli a casa loro", ma "aiutiamoli dando loro una casa su un' isola deserta". In questi giorni alcuni ricercatori russi hanno scoperto, al largo della costa della Russia, in direzione dell' Artico, cinque nuove isole: non si tratta di pezzi di terra miracolosamente emersi dall' acqua, ma di isole finora coperte da ghiacciai che via via si sono sciolti. Insomma, terre figlie del riscaldamento globale. In apparenza sembrerebbe una sciagura: il continente messo a nudo, che perde la sua coperta ghiacciata a causa della "casa che brucia", come direbbe Greta. E invece in questo disastro climatico - almeno così ce lo presentano gli ambientalisti apocalittici - potrebbe nascondersi una doppia opportunità. Da un lato, la possibilità di addomesticare terre inospitali, soggette alla furia degli elementi e al dominio della Natura matrigna. Dall' altro, la possibilità di dare una casa, una terra, una nuova patria (gratis) a tutti coloro che fuggono a causa dell' eccessivo caldo, della siccità, della desertificazione e della conseguente povertà: insomma, ai migranti climatici. VOLI CHARTER L'idea, sì provocatoria ma anche costruttiva, è trasferire lì parte di quanti scappano dall'Africa profonda e dalla scarsezza di acqua e di cibo. Portiamoli là, magari a bordo di voli charter pensati per l' occasione, nelle cinque isole a nord della Russia, alcune delle quali sono anche discretamente spaziose, arrivando fino a 54.500 metri quadrati. In questo modo si risparmierebbero ai migranti sia i pericoli della traversata su mare, i rischi di affrontare su barconi il Mediterraneo e di naufragare con conseguenze letali; sia il problema dell' accoglienza, la possibilità di venire rifiutati, non ben accetti, perché privi dei requisiti necessari ad avere ospitalità. Basta con Lampedusa! Là, nelle isole a nord della Russia, i migranti troverebbero le porte spalancate e verrebbero considerati dei pionieri, meritori esploratori dell' ignoto. Né ci sarebbe nessuno a dir loro "tornatevene a casa vostra", perché appunto lì nessuno ancora vive. Ovviamente non si tratterebbe di una deportazione, come capitava in Siberia, ma di una libera scelta, dopo essere venuti a conoscenza di tutti i vantaggi dell' offerta. A chi obiettasse che quei posti sarebbero troppo freddi per popolazioni africane si potrebbero obiettare due cose: la prima è che loro sono appunto scappati per colpa del riscaldamento globale e non potrebbero che trovare refrigerio in terre a due passi dall' Artico; la seconda è che, per quanto non distanti dal Polo Nord, quelle isole beneficiano di un clima tutto sommato compatibile con la vita umana: a luglio le massime sono di 2,2 gradi sopra lo 0, come a Milano d' inverno. Non sarebbe d' altronde la prima volta che delle isole sperdute vengono popolate: si pensi all' isola di Anticitera in Grecia, dove i 40 abitanti hanno lanciato un appello affinché altri esseri umani possano trasferirsi lì ottenendo casa, terra e 500 euro al mese; o all' isola di Arranmore in Irlanda, i cui 400 e rotti abitanti hanno postato su Facebook una lettera aperta, invogliando gente da tutto il globo a rimpinguare la loro comunità. NUOVO ELDORADO O, per stare più vicini a noi, si può ricordare il caso del Comune sardo di Sadali, dove la giunta locale offre un buono spesa di 200 euro mensili per chiunque voglia prendervi residenza. O i tanti borghi nel Centro e Sud Italia che sono stati "ripopolati" con un afflusso di migranti. Perché non fare lo stesso nelle remote isole russe, con l' intento di dare un ceffone anche al problema del riscaldamento globale? D'altronde, in quei luoghi, i migranti potrebbero bonificare i territori e inventarsi forme ingegnose di agricoltura estrema; o magari vivere di pesca, nel rispetto dell' ecosistema, come fanno gli Esquimesi. In alternativa, potrebbero provare a scavare nel sottosuolo, ottenere l' impianto di trivelle e magari scoprire risorse immense di petrolio covate sotto i ghiacci. A quel punto le isole sperdute a nord della Russia diventerebbero il nuovo Eldorado, l' Atlantide splendente in cui chiunque vorrebbe vivere. Da isola che non c'è a isola del tesoro. E saremmo noi occidentali a trasferirci lì a bordo di barche di fortuna, sperando di non imbatterci in qualche iceberg. di Gianluca Veneziani

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