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In vetrina a New York i manichini coi peli pubici

Provocazione del colosso dell'Intimo "American Apparel" nella grande mela

Matteo Legnani
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La Grande Mela è ancora divisa in due dopo la provocazione anni Settanta studiata a tavolino dalla griffe «American Apparel» in un negozio di New York. Sulla trafficata East Houston Street sono stati esposti tre manichini femminili con biancheria intima trasparente e folto pelo pubico in bella vista, creando un effetto decisamente shock. Il noto marchio di abbigliamento californiano non è nuovo a scoop commerciali per attirare la clientela verso i suoi prodotti, ma un'iniziativa così pruriginosa ancora mancava. Inutile dire che gli statuari figurini abbiano colpito numerosi passanti, molti dei quali non hanno resistito a entrare nella lussureggiante boutique. Un tripudio di curiosi si sono fermati di fronte alla vetrina per fare video, scattare foto, e subito postarle sul web, magari con un invito emulativo a mogli o compagne tendenti al glabro.  Uno spinto marketing che sta già pagando in termini di riscontro mediatico, e conciliaboli di variopinta umanità discutono sulla convenienza di un'esposizione tanto cruda. I più giovani, sotto le trenta primavere, sono schierati all'unisono per la donna depilata, mentre gli over quaranta, nostalgici per eccellenza, non disdegnano il vaporoso pelo, ricordando con piacere le scappatelle del passato.  Ma la diatriba tra sostenitori e contrari si inserisce in una querelle che negli Stati Uniti va avanti da mesi: nell'avanguardista universo del porno sta nascendo un consistente filone revival con attrici grandi forme e tanto pelo. La tendenza sta ora propagandosi anche nella Los Angeles hollywoodiana, dove alcune celebri artiste lanciano chiari messaggi contro la depilazione totale. Il movimento è capitanato da Cameron Diaz, le cui recenti affermazioni hanno creato scompiglio: «I peli sono sexy, riescono a garantire che il privato resti tale e soprattutto invogliano il tuo amante ad avvicinarsi e dare una sbirciata a ciò che potresti offrirgli». Come darle torto?  In tale bailamme i centralini dell'azienda «American Apparel» risultano roventi, anche se bisogna ricordare che oltreoceano la società è un vero colosso, con un fatturato annuo superiore ai cinquecento milioni di dollari. Ma è anche un brand che crede nelle campagne pubblicitarie forti, da scuotere gli animi e le coscienze. Un dirigente, intervistato da Tv e giornali, ha dichiarato candidamente : «Condivido in pieno le scelte manageriali. Adoriamo celebrare la bellezza senza interventi estetici, e l'installazione newyorchese incarna questa filosofia. L'abbiamo pensata per invitare i cittadini a esplorare l'idea di ciò che è sexy, proponendo la forma anatomica femminile al naturale. Allo stesso modo evitiamo il Photoshop, così utilizzato nel settore moda, e finora sono giunte tante risposte positive».  Infatti l'immagine vintage ha ringalluzzito diversi estimatori, memori del motto «tira più un manichino che un carro di buoi…».  di Massimo De Angelis

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