Damasco, 27 apr. - (Adnkronos/Aki/Ign) - Un attentatore suicida si fa esplodere mentre i fedeli uscivano da una moschea di Damasco dopo la preghiera del venerdì. Non c'è pace in Siria. Altre vittime oggi nella capitale dove due esplosioni hanno riportato la paura in città. La prima è avvenuta nei pressi di una sede governativa nella zona industriale. "L'area è circondata da mezzi militari e non è possibile avvicinarsi - ha testimoniato l'attivista siriano Mohammed al-Shami, in collegamento con 'al-Jazeera' - ma la tv siriana 'al-Dounia' ha parlato di vittime, senza precisarne il numero o se si tratti di morti o feriti". L'altra deflagrazione, opera di un kamikaze fuori dalla moschea Zin al-Abidin di piazza al-Maidan, ha invece fatto almeno 11 morti e 28 feriti. Tra le vittime, ha riferito 'al-Dounia tv', ci sono sia civili che agenti della sicurezza. Sul terreno sono stati rinvenuti due cadaveri completamente dilaniati. "Subito dopo l'esplosione molte persone si sono avvicinate al luogo dell'attentato - ha informato 'al-Dounia tv' - e la sicurezza ha esploso alcuni colpi d'arma da fuoco". La notizia dell'esplosione è stata data anche dalla tv di stato siriana, che l'ha definita "un attentato terroristico". L'esplosione e' avvenuta subito dopo l'uscita dei fedeli dalla moschea per la preghiera del venersì islamico. Nella regione di Homs sono continuati per tutta la notte gli scontri tra oppositori e forze fedeli al regime siriano di Bashar al-Assad. L'Osservatorio siriano per i diritti umani - organizzazione con sede a Londra - ha detto che negli scontri una persona è morta e altre 15 sono rimaste ferite. Sempre secondo gli attivisti, è di almeno 20 morti il bilancio della repressione messa in atto ieri dalle forze fedeli ad Assad. I militari hanno lanciato pesanti cannoneggiamenti contro Douma, a una decina di chilometri dal centro della capitale Damasco, e contro la città orientale di Deir ez-Zor. Esplosioni e scontri a fuoco si sono registrati a Harasta, sempre vicino alla capitale, e a Daraa, provincia della Siria meridionale. L'Unione Europea resta "molto preoccupata" sulla situazione del Paese che non sta rispettando gli impegni assunti con il cessate il fuoco. "Siamo molto preoccupati per la continuazione della violenza - ha detto Michael Mann, portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, Catherine Ashton - Malgrado il cessate il fuoco adottato dal regime, è chiaro che non sta mantenendo i suoi impegni. Aveva promesso di ritirare le truppe dalle città e per ora non sta avvenendo". Nel sottolineare come sia "molto importante" che gli osservatori delle Nazioni Unite siano dispiegati in Siria, Mann ha poi espresso l'auspicio che "la lora presenza cambi la situazione sul terreno".