La chiamano Barracuda mica per niente. Sarah Palin ieri ha arringato la folla alla Convention repubblicana di St. Paul, Minnesota. Ha mostrato tutta la sua grinta e non ha risparmiato colpi ai media e al rivale Barack Obama. Ha alzato la voce ed è stata spietata. Doveva spiegare perché McCain ha scelto lei e non un altro. Non quel Romney, il mormone, che era stato accreditato come il probabile vice presidente. 20 minuti di discorso. “Io non vado a Washington per avere il favore dei giornalisti, io vado a Washington per servire gli americani”, ha assicurato. Prima di lei ci aveva pensato Rudy Giuliani a scaldare la platea. La Palin, d’altra parte, in queste ore si è vista accerchiata dalla notizia che sua figlia di 17 anni aspetta un figlio. Un attacco da parte dei giornali liberal che non l’hanno intaccata. E lei risponde: “Sapete qual è la differenza fra una madre che guarda i figli giocare a hockey e un pitbull? Il rossetto”. “Obama ha scritto due autobiografie, ma nessuna legge o riforma significativa, neppure nel Senato dell’Illinois”, ha dichiarato. “Il suo nome è scritto soltanto su spille e adesivi, su sigilli presidenziali finti, disegnati dal suo comitato elettorale”. Lei, antiabortista convinta, è salita a parlare con il piccolo Trig, il figlio affetto dalla sindrome di Down: “Trig è un bambino perfetto”. D incassare una standing ovation è anche lui, il candidato, John McCain. “Non pensato che abbiamo fatto una grande scelta per la vice presidenza?”, domanda ai delegati. La risposta è stata una candidatura del ticket votata all’unanimità.




