Cerca
Logo
Cerca
+

Coronavirus, 3 miliardi dall'Europa che ne stanzia 95 per l'ecologia: ecco il piano di Ursula von der Leyen

Lorenzo Mottola
  • a
  • a
  • a

L'Ue ce lo ha promesso: avremo un continente verdissimo e respireremo aria fine di montagna anche in pianura. O almeno così sarà per chi riuscirà a sopravvivere al piano comunitario contro la pandemia. In un clima di incomprensibile soddisfazione, Ursula von der Leyen martedì ha presentato a Bruxelles il nuovo programma di investimenti concepito per far ripartire l'economia dei Paesi europei dopo l'allarme Covid. Il piano si chiama "Horizon Europe", in tutto parliamo di ben 95,5 miliardi di euro da spalmare tra il 2021 e il 2024 su vari progetti, con una netta preferenza per quelli che garantiscono la famosa transizione ecologica delle nostre città. Tutto bello sulla carta, ma restano alcuni punti da chiarire. Primo: l'esperienza ci insegna che gli annunci sui "piani verdi" alla fine rimangono praticamente sempre lettera morta. Secondo uno studio di Oxford pubblicato qualche giorno fa, lo scorso anno le principali economie del mondo hanno deliberato investimenti per ben 15mila miliardi di dollari per alimentare progetti in stile Greta Thunberg, ma in realtà solo il 2,5% di quella somma è stato davvero impiegato per gli scopi annunciati.

 

 

Secondo: il programma dell'Unione punta soprattutto sul settore pubblico, mentre a subire un taglio del 50% nel corso del 2020 sono stati gli investimenti privati. In altre parole, dovremmo pensare bene a come si spende e concentrarci sulla sopravvivenza delle imprese. Terza e più importante perplessità: l'Europa ha impostato tutta la sua campagna vaccinale su un criterio cardine: cercare di tirare il più possibile sul prezzo degli antivirus, arrivando a ritardare le trattative pur di non concedere nulla alle aziende farmaceutiche. E in effetti ci è riuscita: si parla di meno di 3 miliardi spesi. Peccato che le suddette aziende alla fine abbiano reagito trattandoci come meritiamo: i clienti tirchi, ovvero i peggiori. Detto in termini secchi: non avrebbe avuto più senso stanziare qualche euro in più per i vaccini?

IL PARAGONE
Come ben sappiamo, in media gli Stati Uniti hanno il triplo degli immunizzati in confronto alla Ue. E questo succede per una ragione evidente: l'Unione ha pagato circa il 25% in meno gli antivirus della Pfizer rispetto a quel che ha fatto la Casa Bianca. Per AstraZeneca la differenza di prezzo è addirittura del 45%. Il Regno Unito, che ha distribuito il quadruplo delle dosi, pare abbia pagato cifre anche maggiori. Per non parlare di Dubai e così via. Ormai l'errore è chiaro a tutti: non è un caso se la gran parte delle città Usa sta tornando a condurre una vita quasi normale, mentre noi abbiamo la metà delle regioni in zona rossa e i nostri cittadini sono costretti a stampare moduli per uscire di casa. Faremo il conto di quanti miliardi abbiamo perso nell'attesa che Bruxelles riesca nell'impresa di farsi consegnare i medicinali (che produciamo sul nostro territorio). Secondo uno studio Allianz, ogni nuova settimana di lockdown ci costa 2 miliardi. Nel frattempo, gli investimenti americani privati sono già tornati sostanzialmente a livelli simili a quelli pre-Covid, cosa che al momento da noi rappresenta un sogno.

 

 

Non tutti i soldi spesi nell'economia "verde", peraltro, danno garanzia di successo. Già lo scorso anno la Ue aveva impresso una svolta ambientalista, annunciando che avrebbe dedicato ben il 21% dell'intero budget a progetti "eco". Molti di questi soldi erano serviti ad assumere personale presso la European Environment Agency, l'agenzia ambientale Ue, creata con l'obiettivo di «fornire informazioni indipendenti e qualificate sull'ambiente». Un'ambizione utile, ma anche aiutare le imprese sull'orlo del fallimento per combattere la disoccupazione non sarebbe male. Ben 700 milioni di euro nel solo 2020 sono andati al programma LIFE, che nei sei anni dal 2014 al 2020 aveva avuto 3,4 miliardi in totale, una media di 560 milioni l'anno. Tutto per studiare progetti per limitare l'emissione di anidride carbonica nell'aria.

TAGLI INEVITABILI
Anche quest' anno l'Ue insiste con gli stessi progetti ambientalisti, ma come dicevamo non è affatto detto che quanto annunciato dalla von der Leyen abbia poi un seguito reale. Come affermano alcuni dei più noti analisti del continente, come Wolfgang Münchau, la coperta è corta: per centrare davvero gli obiettivi prefissati per le emissioni di CO2 bisognerebbe investire tanto e rinunciare ad altre spese, per esempio a sostenere l'agricoltura europea. Già lo scorso anno le aziende del settore avevano visto ridursi i contributi comunitari di ben 140 milioni rispetto al 2019 per quanto riguarda i pagamenti diretti e di 230 milioni per i contributi allo sviluppo rurale. Far pagare i sogni di gloria degli ecologisti ai contadini non sarebbe una buona idea. Mentre sarebbe saggio iniziare a vaccinarli.

 

Dai blog