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Vaccini, Angela Merkel salta il vertice europeo: meglio parlare coi big di Pfizer. "Ora capite perché la Germaia ostacola AstraZeneca?"

Angela Merkel  

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Angela Merkel è stata presente al vertice europeo di Porto solo virtualmente suscitando qualche critica. Inoltre la cancelliera ha parlato ieri, venerdì 7 maggio, ha parlato al telefono con Ugur Sahin, lo scienziato fondatore di BioNTech (azienda tedesca) e padre dell'omonimo vaccino insieme alla moglie Özlem Türeci. L'argomento era la sospensione temporanea della protezione dei brevetti sui vaccini anti-Covid, per accelerarne una più equa distribuzione globale. Questo sono le priorità di Merkel, per la cancelliere, "la protezione della proprietà intellettuale è il motore dell'innovazione e tale deve rimanere anche in futuro. Il fattore che limita la disponibilità dei vaccini non sono i brevetti, ma la capacità produttiva e gli altissimi standard di qualità richiesti", ha detto.

 

 

 

 

Come lei la pensa anche Sahin e dell'azienda renana. La Merkel riflette anche sulla campagna elettorale già in corso: Verdi, Linke e ong hanno subito appoggiato la proposta della Casa Bianca. "La Germania deve collegarsi agli Usa e lanciare un'iniziativa presso l'Organizzazione mondiale della Sanità", ha detto il co-presidente dei Grünen, Robert Habeck. Con il no della Merkel la Cdu può diventare il paladino del made in Germany.

 

 

 

Da un lato il governo tedesco è stato fra i primi a volere una più equa distribuzione globale dei vaccini, scrive il Corriere della Sera, finanziando l'iniziativa Covax. Dall'altro dopo mesi di insistenza sulla campagna di vaccinazione nazionale gli Usa si vogliono ora profilare come paladini della solidarietà internazionale. La Casa Bianca, cosa che dà fastidio alla Merkel, cerca di crearsi un capitale politico nel conflitto con la Cina, lanciata con l'esportazione dei suoi Sinovac e Sinopharm in Africa e altrove. "Quella di Biden sembra una mossa da soft power, priva di efficacia immediata rispetto al contrasto mondiale della pandemia. Ma rischia di produrre già concreti effetti negativi sul piano imprenditoriale, penalizzando decisioni d'investimento a lunga scadenza", precisa il Corriere della Sera.

 

 

 

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