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Joe Biden sul Covid: "Wuhan, incidente di laboratorio possibile". Ma non scatta la censura-social

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Torna in voga la teoria secondo la quale il coronavirus possa essere accidentalmente fuoriuscito dal laboratorio cinese di Wuhan. Questa volta, a dirlo non è Donald Trump, bensì Joe Biden e quindi, non si tratta di una teoria del complotto, ma di una pista cui vale la pena dedicare particolari indagini. Come ha scritto il professor Paolo Becchi su Twitter: "Facebook non blocca più post sull'origine del virus in laboratorio. Ah ecco, se lo diceva Trump andava vietato, se lo dice Biden va bene". Il 46esimo presidente degli Stati Uniti d'America ha infatti chiesto ai servizi segreti di "raddoppiare gli sforzi e preparare un rapporto sull'origine del Covid-19 entro novanta giorni". 

In una nota diffusa dalla Casa Bianca, il presidente americano dichiara "di aver già ricevuto un primo report", ma di voler approfondire ulteriormente la questione. "Dobbiamo andare avanti su due possibili scenari: il virus può essere emerso dal contatto tra uomini e animali infetti; oppure può essere derivato da un incidente di laboratorio". Insomma, la stessa identica tesi avanzata in precedenza da Donald Trump e Mike Pence e presto bollata dai media come il complotto dell'ultima ora. In fin dei conti, non c'è niente di male nel volerci vedere chiaro, oggi come allora. Il governo Usa "continuerà a premere sulla Cina, in modo che possa partecipare a un'inchiesta internazionale, pienamente trasparente e basata su dati scientifici" ha sottolineato Biden. Posizione condivisa dall'Ue (ora che lo dice Biden) e da altri 13 Paesi. 

 

 

L'ipotesi è quella di un esperimento finito male presso l'Istitute of Virology di Wuhan, la città in cui il virus ha iniziato il suo viaggio intorno al mondo. Il motivo per cui si è tornati a parlare di una possibile fuga da un laboratorio, come sottolinea il Corriere della Sera, è l'esito poco convincente delle ricerche condotte dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Risultato degli studi: un documento di 313 pagine pubblicato sul sito dell'Oms il 30 marzo 2021. L'analisi conclude che "è molto probabile" che l'infezione sia stata trasmessa dagli animali agli essere umani, mentre è "decisamente improbabile" che il virus sia fuoriuscito dai laboratori di Wuhan. In realtà, non ci sarebbero prove sufficienti ne per l'una che per l'altra tesi. 

I cinesi continuano a respingere le accuse, replicando che le dichiarazioni degli Stati Uniti siano atte a coprire "il loro fallimento nella reazione alla pandemia". Il dottor Yuan Zhiming, direttore del Laboratorio di biosicurezza di Wuhan afferma che "questa storia è una falsità costruita sul niente". Ad alimentare i dubbi sul laboratorio, anche la missione di febbraio 2021, quando 17 esperti internazionali hanno lavorato con 17 colleghi cinesi a Wuhan, e che hanno mostrato loro laboratorio e ricerche effettuate. Sul rapporto finale redatto dagli "inviati in missione", i 17 segnalano la carenza di "raw data", ovvero scarsità di informazioni raccolte riguardo ai dati grezzi sulle cartelle cliniche dei primi pazienti individuati. 

 

 

 

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