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Vladimir Putin, "quel signore vuole essere arrestato": le parole che fanno calare il gelo a Ginevra, la legge dello zar

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Vladimir Putin non ha mai chiamato Alexey Navalny per nome durante la conferenza stampa successiva al vertice con Joe Biden a Ginevra. Incalzato dai giornalisti, ha parlato del suo principale oppositore politico, in carcere da gennaio dopo l'arresto nell’aeroporto di Mosca, dicendo: "Quel signore voleva consapevolmente essere arrestato". Il leader russo, insomma, ha accusato Navalny di essere tornato a Mosca nonostante sapesse che destino lo aspettava. 

 

 

 

Putin, poi, ha spiegato che "quel cittadino aveva violato la legge, andando all'estero per cure mediche e ignorando l’obbligo di firma cui era soggetto in patria". Navalny, infatti, era finito in coma qualche mese fa, dopo essere venuto a contatto con un agente nervino, un composto chimico altamente tossico. Un avvelenamento in cui sarebbe coinvolta anche l’agenzia di sicurezza interna dello stato russo. Dopo qualche tensione, però, le autorità russe consentirono di trasferire Navalny a Berlino per le cure.

 

 

 

Nel corso della conferenza stampa, inoltre, Putin ha trascorso la maggior parte del tempo ad  attaccare gli Stati Uniti come nemico numero uno di Mosca. Lasciando intendere - come spiega anche La Stampa - che il colloquio con Biden non sia andato così bene come si voleva far credere all'inizio. Gli Usa, infatti, sono stati accusati di "aver dichiarato per legge la Russia come nemico", e di aver sostenuto organizzazioni che il Cremlino ha provveduto a mettere fuori legge, come la Fondazione anticorruzione di Navalny. Nonostante questo, ha poi lodato Biden come "professionale e controllato". 

 

 

 

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