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Principessa Diana, il racconto choc: "Non doveva essere a Parigi la sera in cui è morta, chi l'ha trattenuta"

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Nuove ombre sulla morte della principessa Diana, rimasta vittima di un incidente a Parigi il 31 agosto del 1997. Si è scoperto, infatti, che Lady D non doveva essere nella città francese il giorno in cui è morta. Stando a quanto riporta il DailyMail, lo ha rivelato l’ex autista e segretario di Diana, Colin Tebbutt. La principessa, che all'epoca aveva 36 anni, sarebbe dovuta rientrare a Londra il 28 agosto, ma all'ultimo decise di rimandare il rientro e di prolungare così la vacanza parigina. Come mai? A trattenere la principessa fu una discussione con l’ala conservatrice del parlamento inglese, che la criticò duramente per la sua campagna contro le mine antiuomo.

 

 

 

"Non è tornata giovedì come previsto perché i Tory ci stavano di nuovo contro per le mine antiuomo. È stata accusata di aver utilizzato la campagna per rafforzare la propria immagine, il che è stato sgradevole e l'ha turbata - ha raccontato Tebbutt -. Quindi ci ha contattato e ha detto che non voleva tutti i problemi che l'avrebbero aspettata nel Regno Unito. Sarebbe tornata invece nel fine settimana. Se fosse tornata quel giovedì... forse oggi sarebbero tutti vivi". La discussione con i conservatori era iniziata qualche mese prima, quando Diana era andata a visitare l'Angola e aveva chiesto l'immediata messa al bando internazionale delle mine antiuomo.

 

 

 

Dopo la sua richiesta, il ministro della difesa Earl Howe, un conservatore, definì la principessa "una mina vagante male informata sulla questione delle mine antiuomo". La discussione si infiammò di nuovo nell'agosto del '97, quando Lady D. - in vacanza nel Mediterraneo con il compagno Dodi di 42 anni - rilasciò una nuova intervista sul tema a un giornale francese. "Il primo era così senza speranza", disse in riferimento al governo conservatore che aveva perso il potere nel maggio del 1997. Poi aggiunse che secondo lei la nuova amministrazione laburista di Tony Blair avrebbe fatto "un lavoro eccezionale".

 

 

 

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