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Spagna, il Congresso approva

la legge sull'aborto

Eleonora Crisafulli
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Ha compiuto il primo passo verso l'approvazione la legge che liberalizza l'aborto in Spagna. Il Congresso dei deputati si è espresso con 184 voti favorevoli, 158 contrari e un'astensione, adesso toccherà al Senato approvare il testo. La norma è fortemente osteggiata dalla Chiesa cattolica spagnola poiché rende libero l'aborto prima della 14ma settimana, facendo cadere l'obbligo di dimostrare che la gravidanza sia dannosa per la salute fisica o psicologica della donna. La parte più controversa della nuova legge è quella che permette alle ragazze con meno di 16 anni di abortire senza informare i genitori. Prima dell'approvazione finale questa parte è stata emendata: le ragazze potranno evitare di comunicare l'aborto solo se questo comporta «un pericolo certo di violenza domestica, minacce o maltrattamenti». In occasione del voto, gruppi di attivisti contrari hanno manifestato davanti al parlamento. La Chiesa ha minacciato di scomunicare chiunque collabori con le interruzioni di gravidanza. Santiago Cervera, esponente del Partito popolare, ha accusato il governo socialista di voler usare il dibattito sulla legge per distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dalla crisi economica e ha condannato «questa legge che banalizza il senso della vita umana». La portavoce del Partito socialista, Carmen Monton, ha risposto alle contestazioni, affermando che «la libera maternità» è un «diritto» per le donne, che non devono chiedere il permesso a nessuno.

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