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Afghanistan, "patto di sangue con l'Isis": neanche un morto talebano nell'attentato, ora è tutto chiaro

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Ufficialmente Isis e talebani si odiano, ma in realtà da anni i due gruppi sarebbero legati da una sorta di “patto di sangue”. È quanto riporta l’edizione odierna del Giornale, secondo cui il kamikaze che ha fatto una strage all’aeroporto di Kabul (almeno 200 morti, tra cui anche 13 militari americani) non avrebbe potuto colpire per conto dell’Isis senza che i talebani chiudessero un occhio o tutti e due.

 

 

E quindi potrebbe non essere un caso il fatto che non è stata contata neanche una vittima talebana: erano quasi tutti cittadini afghani che cercavano una via di fuga tramite l’aeroporto. Al di là delle apparenze, l’attacco dell’Isis fa comodo al nuovo Emirato islamico, che non vede l’ora di liberarsi con certezza e in maniera definitiva di tutte le truppe occidentali che occupano l’aeroporto di Kabul. “Ogni prova a nostra disposizione dimostra che le cellule dell’Isis-K sono radicate nei talebani e nella rete Haqqani”, ha dichiarato Amrullah Saleh, vicepresidente dell’Afghanistan che si trova nascosto nella valle del Panjshir.

 

 

“In modo particolare quelle che operano a Kabul”, ha aggiunto l’ex capo dei servizi segreti afghani, secondo cui in alcuni quartieri della capitale ci sarebbero infiltrati delle cellule dell’Isis da almeno due anni. Gli Stati Uniti avrebbero sottovalutato la forza dei terroristi, che invece potrebbero contare su circa 8-10mila volontari jihadisti provenienti anche da Pakistan, Uzbekistan e Asia centrale.

 

 

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