Bush incorona McCain:
è pronto per la Casa Bianca
L'uragano Gustav è passato, senza provocare i danni tanto temuti, e i repubblicani si ritrovano nel Minnesota, a Saint Paul, per la loro convention, pronti a rispedire al mittente le accuse lanciate nei giorni scorsi da Barack Obama. L'occasione arriva anche dal discorso del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, attraverso un video: “McCain è pronto per la Casa Bianca”, dice Bush. “In un mondo pericoloso l'America ha bisogno che nello Studio Ovale ci sia qualcuno che sa che per proteggerla bisogna stare all'offensiva”. “Se l'Hilton di Hanoi non ha spezzato la determinazione di John McCain a fare la cosa giusta per il Paese”, ha continuato il presidente, riferendosi al campo di prigionia del Vietnam dove il senatore dell'Arizona è stato prigioniero e soggetto a torture, “non ci riuscirà neppure la sinistra arrabbiata”. Parole di sostegno incondizionato, dopo che i due nel 2000 avevano guerreggiato per la nomination repubblicana e alla luce anche dei rapporti non sempre idilliaci. “Molti al Congresso”, ha voluto ricordare Bush tornando al 2006 quando i democratici volevano tagliare i fondi alle truppe, “dicevano che non avrebbe funzionato. Allora un senatore tra tutti si levò sopra gli altri, avendo fiducia nelle nostre truppe e con la consapevolezza dell'importanza della missione: era John McCain. E quando qualcuno gli fece notare che ciò avrebbe messo a rischio la sua campagna per la Presidenza, lui rispose che avrebbe preferito perdere un'elezione che vedere il proprio Paese perdere la guerra. Questo è il tipo di coraggio e di visione che si richiede al futuro comandante in capo”. L'intervento più applaudito della serata è stato quello di Fred Thompson, celebre non solo per aver concorso alle primarie, ma anche perché il suo volto è quello di uno dei protagonisti di Law & Order. Non ha risparmiato colpi a Obama, con un riferimento particolare al suo tour europeo: “Il rispetto di cui McCain gode nel mondo non è legato a un discorso letto sul teleprompter e pensato per soddisfare i critici dell'America all'estero ma per decenni di carattere e provate doti di statista”. E così il candidato democratico “ha fatto storia” per essere il primo ad essere così vicino alla Casa Bianca senza averne i requisiti.