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Donald Trump "fuori controllo", il "golpe segreto" del generale Milley: così hanno neutralizzato il presidente Usa

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L'allora presidente in carica Donald Trump è stato "tradito" dal suo Capo di Stato Maggiore Mark Milley. L'accusa arriva dalla destra americana, spiazzata dalle rivelazioni contenute in Peril, l'ultimo libro di Bob Woodward (protagonista dello scandalo Watergate negli anni Settanta) e Robert Acosta, reporter politico del Washington Post, Il libro si concentra sulla transizione da Trump a Joe Biden e ha come momento chiave l'assalto della folla a Capitol Hill nel giorno dell'Epifania, lo scorso 6 maggio.

 

 

 

Ore in cui la democrazia americana è sembrata davvero sul punto di vacillare e in cui il presidente uscente sembrava in bilico tra la difesa dello Stato e l'appoggio ai suoi sostenitori inferociti, convinti dalle più ardite teorie sui "brogli" a favore dei democratici poche settimane prima.

 

 

 

 

Secondo Woodward e Acosta, in quelle stesse ore Milley, maggiore autorità militare Usa, avrebbe preso alcune decisione "estreme", esulanti dai suoi poteri, preoccupato per i possibili colpi di testa di un Trump allo sbando. Il timore era che il presidente avesse potuto addirittura dare il via libera all'uso di armi nucleari contro i nemici esterni degli Usa, dalla Russia alla Cina. "Milley - riporta il Corriere della Sera citando il libro - parlò con gli altri capi militari, col capo della Cia e con quello della National Security, il generale Nakasone, per chiedere sorveglianza massima a 360 gradi e accertarsi che non sarebbero stati accettati ordini riguardanti l’arsenale nucleare senza aver prima consultato lo stesso Capo di stato maggiore". Addirittura, si riferisce di un colloquio tra Milley e il generale cinese Li Zuoncheng per garantire a Pechino che non ci sarebbero stati attacchi di sorta. 

 

 

 

 

I senatori repubblicani Marco Rubio e Rand Paul chiedono che Milley venga licenziato con disonore e degradato, mentre la tv "trumpiana" Fox parla apertamente di insurrezione e chiede la corte marziale per Milley, che si sarebbe sostituito al presidente nel ruolo di "commander in chief". Al momento, il generale non ha smentito nulla ma chi lo difende, anche nell'esercito, parla di "circostanze storiche straordinarie". Come dire: all'insaputa di tutti, davvero il mondo è stato per un paio di giorni sull'orlo di una nuova guerra mondiale?

 

 

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