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Occidente idealista, Cina e India più furbe: gli ex sfruttati se ne fregano del clima e del pianeta

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Giuseppe Valditara
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La conferenza di Glasgow si è dunque chiusa con la vittoria di Cina e India: l'utilizzo del carbone non sarà eliminato, ma soltanto ridotto. Le lacrime di Alok Sharma, deputato conservatore, delegato dal governo inglese a presiedere la conferenza e la delusione espressa ufficialmente da alcune delegazioni occidentali, stanno a testimoniare plasticamente che il principale obiettivo di Cop 26 non è stato raggiunto. Con buona pace dei tanti movimenti ambientalisti sempre pronti a prendersela con America ed Europa, addossando a loro la colpa della distruzione della terra, in questa occasione la parte del cattivo non l'hanno fatta gli occidentali.

 

 

Nemmeno l'annunciato vertice virtuale fra Biden e Xi, che tanto aveva fatto sperare chi si illudeva in un accordo sul clima, ha sortito un qualche effetto. In verità, solo gli ingenui o le persone in malafede, inguaribilmente nemici di America ed Europa, possono credere alla favoletta che l’Occidente abbia come caratteristica sua peculiare, direi quasi genetica, di essere il malvagio sfruttatore del mondo a fronte dei tanti angeli sparsi fra i paesi un tempo oppressi.

 

 

In realtà la storia insegna che ogni potenza cerca sempre di fare i propri interessi. Questa volta a difendere egoisticamente i propri interessi sono stati due giganti, l'uno già vittima del colonialismo britannico, l’altro che della lotta «all’imperialismo» occidentale ha fatto una delle sue ragioni identitarie. Una volta tanto l’Occidente fa la parte dell’idealista e potenze un tempo oppresse o sfruttate se ne fregano della salute della terra.

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