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Vladimir Putin, ma quale Ucraina... Lucio Caracciolo, Kazakistan e Africa: "Perché per lo zar la vittoria è totale"

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Il presidente Vladimir Putin "è in netto vantaggio come vincitore tattico". Non usa mezzi termini Lucio Caracciolo che in una intervista a La Stampa spiega che lo "zar" "ha raggiunto l'obiettivo di tornare a essere considerato un interlocutore con cui gli Usa devono trattare, e ha rimesso in pista un negoziato russo-americano per gli assetti strategici globali e l'architettura della sicurezza in Europa".

 

 

In questo modo, osserva l'analista geopolitico, "destabilizzando l'Ucraina si è garantito che questa non entrerà nella Nato. Ha riaffermato il principio che la Russia è una grande potenza: con un sostanziale colpo di Stato in Kazakhstan, riportandolo sotto il suo controllo, ed espandendo la sua influenza in Africa, ha riaperto tutte le partite della sicurezza globale".

 

 

Resta aperta anche la questione della sicurezza: "Sicuramente il fronte europeo è ancora in evoluzione. Non credo si possa parlare di un Occidente come soggetto geopolitico: ha idee molto diverse al suo interno, dipendenze economiche diverse. Per gli Usa, potenza leader, l'Ucraina non è una priorità, così come non lo è l'Africa. Alla crisi di Kiev, infatti, Washington ha risposto con le sanzioni, non impegnandosi fino in fondo".

 

 

Ma, conclude Caracciolo, "non credo che i russi abbiano mai pensato di entrare a Kiev. Sarebbe ancora possibile, ma perderebbero su tutta la linea. Nessuno si fiderebbe più di loro. Putin incontrerebbe la resistenza della stessa popolazione russa, andrebbe contro la sua retorica dello stretto legame di parentela tra russi e ucraini. Mantenendo la pressione, invece, ha ottenuto i suoi obiettivi".
 

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