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Volodymyr Zelensky "un morto che cammina", indiscrezioni-choc dalla base in Lituania: pare che gli Usa...

Gianluca Veneziani
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Con una mano provano a salvarlo, con l'altra scrivono il piano per sostituirlo in caso di un suo decesso. È il doppio scenario su cui, secondo il New York Times, stanno lavorando gli Usa ma anche altri Paesi riguardo al presidente ucraino Zelensky. Attingendo a fonti provenienti «da più governi», il quotidiano americano racconta la strategia di emergenza, non troppo remota, che si attiverebbe qualora le forze militari russe catturassero o uccidessero il capo di Stato di Kiev. Preoccupazione principale degli Stati Uniti e dei loro alleati è assicurare, in qualunque evenienza, un governo ucraino indipendente, dal momento che- una volta deposto Zelensky - Mosca insedierebbe un escutivo fantoccio. E, anche in quel caso, avere un leader indipendente (ma, nella sostanza, filo-occidentale) da riconoscere eviterebbe che un governo sostenuto direttamente dalla Russia acquistasse troppa legittimità o si imponesse come unica scelta possibile.

 

 

 

 

La riflessione sulla successione a Zelensky nell'ipotesi di un passaggio di potere traumatico si impone per due ragioni: la prima è che la Costituzione ucraina non è abbastanza chiara sul tema, ossia non esplicita il modo in cui dovrebbe avvenire il cambio al vertice senza passare, viste le circostanze eccezionali, per le elezioni. La seconda è che lo stesso presidente ucraino si rifiuta di abbandonare il suo Paese, nonostante le serie minacce alla sua incolumità, testimoniate dai tre tentativi (finora fortunatamente sventati) di ucciderlo, e le ripetute proposte di evacuazione fattegli dagli Usa. Zelensky intende rimanere lì a combattere con gli ucraini e contro l'invasore. Scelta che gli fa onore ma che gli serve anche a tenere alto il morale del suo popolo e delle sue truppe (se gli ucraini venissero abbandonati dal loro presidente, sarebbe l'immagine plastica della sconfitta ormai inevitabile). Tale fermezza gli offre anche il destro per mostrare le falsità diffuse dalla propaganda russa.

 

 

 

 

Solo due giorni fa il presidente della Duma russa aveva dato credito a una voce secondo la quale Zelensky era scappato in Polonia. Qualche ora dopo il leader ucraino aveva rintuzzato le fake news nemiche facendosi riprendere nello studio presidenziale a Kiev icol suo capo di gabinetto. Anche restare nella capitale ha un forte valore simbolico per Zelensky, perché significa difendere in modo strenuo il cuore del Paese, essere disposti a tutto, anche a rischiare la vita, pur di non capitolare. Ciò non vuol dire tuttavia che l'Occidente non continui a far pressioni affinché il presidente ucraino si metta in salvo. Come rivela il britannico The Sun, le forze speciali di Usa (150 Navy Seals) e Regno Unito (70 soldati d'élite di Sua Maestà), insieme a dei militari ucraini, si sarebbero ritrovate in una remota base militare in Lituania per preparare il salvataggio di Zelensky. Ma il piano si attiverebbe solo nel caso in cui l'evacuazione venisse richiesta dallo stesso presidente. E, vista la tenacia mostrata finora nel restare lì al suon di «Ho bisogno di munizioni, non di un passaggio», non pare essere al momento un'ipotesi probabile e imminente.

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