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Vladimir Putin, l'amico fraterno: "Morsi, graffi e ciocche di capelli strappate a chi lo contesta"

Vladimir Putin

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Vladimir Putin è pazzo o razionale? Oppure è un misto tra i due, costantemente in bilico tra follia e razionalità? Dalla sua personalità, si osserva su Il Corriere della Sera, infatti dipende l'evoluzione bellica e politica dell'invasione dell'Ucraina. Addirittura dalla sua psicologia potrebbe dipendere l'eventualità di un conflitto nucleare.

 

 

Ecco quindi il problema della aggressività-anaffettività costitutiva dello zar. Una caratteristica che si palesa già nel giovane Putin, in quel ragazzino che "gioca" nei cortili pieni di "brutti ceffi" della kommunalka del centro di Leningrado dove abita. Si tratta di un appartamento al quinto piano senza ascensore e stanze in condivisione con una coppia di anziani ebrei che come racconterà lo stesso Vladimir non distingue affettivamente dai genitori. Addirittura l'amico Viktor Borisenko parla del giovane e magro "Volodya" che "tiene testa a tutti" e "Se qualcuno lo insultava in qualsiasi modo, subito lui gli saltava addosso, lo graffiava, gli strappava i capelli a ciocche, lo mordeva".

 

 

Questa sua rabbia si manifesta poi a scuola, a judo, e ancora nel KGB a Dresda; una rabbia che infine viene "controllata" una volta al potere e sostituita da "una spietatezza atona". La dimostrazione è nella guerra con l'Ucraina, nella "gestione del dissenso" con la commissione dell’assassinio di oppositori pericolosi (come Galina Starovojtova e Boris Nemtsov;   Anna Politkovskaja e Paul Klebnikov) o del loro avvelenamento (da Litvinenko a Navalny). Una ferocia che colpisce anche il giornalista ucraino Georgij Gongadze (che viene ucciso per i suoi contributi sugli intrecci Stato-mafia) e lo stesso futuro presidente Juscenko, intossicato con la diossina.

 

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