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Vladimir Putin, la paranoia del veleno: a cosa costringe i suoi "schiavi" (e perché li ha cambiati tutti)

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Vladimir Putin ha alzato i toni negli ultimi giorni. Per alcuni è il segno che le cose in Ucraina non stanno andando come aveva programmato, con la guerra che sta diventando sempre più cruda e dura. Il leader del Cremlino ha definito “feccia” e “traditori da sputare come moscerini” tutti i russi che si oppongono alla “operazione militare speciale”: dietro queste dichiarazioni si nasconde il timore, o meglio la paranoia, che qualcuno possa cercare di ucciderlo.

 

 

Con un metodo banale quanto efficace, che Putin stesso conosce benissimo: il veleno. Secondo il Daily Beast, il presidente russo ha degli assaggiatori personali: non una novità, mentre lo è il fatto che lo scorso mese abbia sostituito tutto il suo staff. Parliamo di circa un migliaio di persone, tra addetti alla lavanderia, cuoche, segretarie e così via. Insomma, prima di scatenare l’offensiva contro l’Ucraina ha avuto la “premura” di cambiare tutti i collaboratori. E quindi anche gli assaggiatori, dato che il veleno è sempre stato presente nella storia russa, anche in quella recente.

 

 

Si ritiene infatti che gli agenti di Putin abbiano ucciso Alexander Litvinenko, ex membro dei servizi segreti poi diventato dissidente, aggiungendo veleno radioattivo a una tazza di tè nel 2006. Più recentemente, il leader del Cremlino avrebbe anche ordinato l’avvelenamento di Alexei Navalny, leader dell’opposizione: essendo ancora vivo, non è rimasto che incarcerarlo.

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