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Vladimir Putin, l'ossessione per il video di Gheddafi sodomizzato e ammazzato: la testimonianza di Ivan Krastev

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L'ossessione di Vladimir Putin si chiama Gheddafi. Nel dedalo di sospetti e paranoie che gravano sul presidente russo, tra complotti esterni, sindrome da accerchiamento e timori di golpe, secondo il Corriere della Sera spunterebbe ora una nuova pesantissima ombra. Ivan Krastev, politologo di vaglia, l'Occidente vive e ragiona partendo da un presupposto sbagliato: la verità è la nostra, quella di Putin è deformata. Per capire una crisi e il comportamento dei suoi protagonisti occorre partire da dati strutturale, certo, ma anche personali, dal vissuto di ogni attore in campo.

 

 


"È noto che Putin ha passato ore a guardare e riguardare gli ultimi minuti di vita di Gheddafi. Quel video in cui veniva preso e messo a morte. Ci dice qualcosa del suo umore apocalittico. È chiaro che si identifica con Gheddafi". Il presidente russo tradito e beffato dall'Occidente, prima usato e poi fatto cadere. Proprio come accaduto 11 anni fa con il Rais libico, linciato dalla folla dei suoi oppositori, brutalizzato e sodomizzato davanti agli obiettivi dei telefonini. Le speranze di una Primavera araba finite nel sangue, proprio come in Siria. Secondo qualcuno, la democrazia ucraina viene considerata un pericolo dal Cremlino, proprio come era accaduto nel Medio Oriente all'inizio dello scorso decennio. "C'è un dettaglio che sottovalutiamo - sottolinea ancora Krastev -. Nel 2011 Obama riuscì a convincere Mosca a sostenere l'operazione in Libia, dicendo che era solo una No-fly zone e che non si puntava al cambio di regime. Poi è andata com'è andata. E Putin ha finito per convincersi che, qualsiasi cosa facesse, l'Occidente vuole sempre il cambio di regime".

 

 

 



Da qui a sostenere che quanto sta accadendo in Ucraina dal 2014 a oggi sia esclusivamente colpa dell'Occidente, degli Stati Uniti e dell'Europa, però, ce ne corre. "Certo che l'Occidente avrebbe potuto fare cose diverse, ma non è affatto detto che non avrebbe finito per ottenere lo stesso risultato in Putin". Nel 2021, d'altronde, il presidente scriveva in un saggio che "Russia e Ucraina sono un solo popolo". C'è dunque una volontà di potenza, un movente culturale, storico e addirittura etnico, che trascende ogni politica contingente e ogni strategia politico-militare. Ma conoscere e riconoscere certi moventi avrebbe aiutato a prevedere le mosse di Putin, tutto tranne che un banale "pazzo".

 

 

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