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Pravda tradotta da Libero: ecco cosa Putin ha fatto sparire

Gianluca Veneziani
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Per raccontare la propaganda russa che si spaccia per Verità, pubblichiamo oggi nell'inserto centrale di Libero quattro pagine dell'edizione di ieri della Pravda, già organo di stampa del Partito comunista sovietico e oggi schierato su posizioni filo-putiniane. Tra le righe pare di leggere le stesse frasi dei tempi dei dittatori dell'Urss, del tipo «Grazie compagno Stalin per la nostra infanzia felice», o gli editoriali ottusi tipici del periodo brezneviano. Alcune tracce indicano gli elementi di continuità, cioè di mancata evoluzione, tra la stampa sovietica e quella russa di oggi. È una questione di toni e di temi.

 

 

Nello stile riaffiora l'approccio enfatico della vecchia Pravda, coniugato a un rigore militaresco del linguaggio. Quanto ai messaggi, si riascoltano slogan intrisi di comunismo patriottico: c'è l'esaltazione etnica dei russi e la concezione del popolo come unità mistica devota al capo. Ciò significa un atteggiamento pronto a difendere quanto concerne la propria identità. Una missione di salvezza nazionale che si traduce in una glorificazione delle forze armate, incarnazione dello spirito russo e strumento per garantire la grandezza della patria. Insieme a ciò che viene detto è interessante "leggere" nella Pravda anche ciò che non viene detto.

 

 

 

 

Ossia tutti i termini proibiti, anche questi in nome di un metodo sovietico, rimuovere ogni elemento scomodo. Così nel quotidiano russo non si trova mai la parola «guerra», ma l'espressione «operazione militare speciale». Il che vuol dire non solo dare interpretazioni forzate dalla realtà, ma camuffare la realtà stessa. Per evocare un vecchio motto figlio dell'ironia popolare russa, «nella Verità (Pravda) non ci sono notizie e nelle notizie non c'è verità». In perfetto stile orwelliano, ogni cosa qua viene rovesciata: la Guerra è Pace, la Libertà è Schiavitù e la Verità è Menzogna.

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