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Bucha, l'ambasciatore russo all'Onu: il lapsus sull'orrore che inchioda il Cremlino. "Eh... no, scusate..."

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Un lapsus sconcertante quello uscito dalla bocca di Vasily Nebenzya, ambasciatore russo alle Nazioni unite. Mandato dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov e da Putin a presentare le presunte prove di quella che il Cremlino definisce una "provocazione", una "messinscena", Nebenzya si è lasciato scappare quella che secondo gli occhi dell'Occidente è la verità: "Ora, se guardate attentamente quello che vedete a Bucha, sui cadaveri che giacciono sulle strade, non sono mai esistiti prima dell'arrivo delle truppe russe... eh, no scusate, prima che andassero via". Quindi prosegue nella sua difesa. 

 


"Per quattro giorni da quando l'esercito russo ha lasciato Bucha, non c'è stato un solo segno di atrocità, non una sola menzione di esse", ha continuato a dire il diplomatico russo, sottolineando che in questi giorno non sono state diffuse "notizie di atrocità attribuite all'esercito russo a Bucha". Per l'ambasciatore, insomma, è stata una messinscena.

 

 

"I video che ho presentato, in particolare quelli di Bucha, non danno alcun motivo per dubitare che si trattasse di una performance" ha affermato ancora nella conferenza stampa durante la quale ha mostrato del materiale video, e promettendo che verranno presentate "nuove prove". E riguardo agli appelli per indagini indipendenti sui fatti di Bucha ha concluso: "La domanda è chi condurrà la cosiddetta indagine indipendente. Abbiamo assistito a molte 'indagini indipendenti' che non erano affatto indipendenti perché motivate politicamente". E il suo lapsus?

 

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