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Dmitri Medvedev "il più estremista di tutti": voci inquietanti sul super-falco di Putin, "cosa è pronto a fare per lo zar"

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Chi è davvero Dimitri Medvedev, l'ex presidente della federazione russa, quello che fu di fatto un "prestanome" di Vladimir Putin al Cremlino negli anni in cui non poteva essere rieletto prima del cambio della Costituzione? Per certo, Medvedev è uno dei super-falchi dello zar: fedelissimo, da sempre e per sempre. Tanto da essere, in questi giorni di guerra, tra i più accesi sostenitori della linea dura nella guerra in Ucraina. O meglio, per dirla con le parole dei russi, dell'"operazione militare speciale", una delle più ridicoli perifrasi della storia moderna.

 

Di Medvedev, Putin si fida ciecamente. E sarebbe rimasto uno dei pochissimi a godere della fiducia quasi incondizionata dello zar. E Medeved, secondo il Corriere della Sera, guida oggi la pattuglia dei falchi, dove la sfida sarebbe quella di mostrarsi più estremisti di tutti, ovviamente per compiacere il capo. Per il quale sarebbe pronto a tutto.

Insomma, Medvedev è uno che fiuta il vento, sempre pronto a cambiare linea e convinzioni in base a come muta le opinioni Putin. E a tal proposito, il Corsera ricorda un caso del 2008, quando Medvedev fu fatto eleggere presidente e rimase al Cremlino per quattro anni. All'epoca sembrava essere il rappresentante di punta dei riformisti e dei democratici. Tanto che diede la sua prima intervista a Novaya Gazeta, il quotidiano di opposizione costretto a chiudere qualche giorno fa, quello in cui lavorava Anna Politkovskaya. "La stabilità e una vita prospera non possono assolutamente prendere il posto dei diritti e delle libertà politiche", disse Medvedev in quell'occasione.

 

E ancora, solo un anno dopo tenne un discorso durissimo contro le repressioni staliniane, tanto che radio Eco di Mosca lo paragonò a quello che Krusciov tenne nel 1956 e che svelò i crimini del dittatore georgiano. Medvedev riteneva le sanzioni contro l'Iran "inefficaci ma «con un certo senso". Eppure, oggi, attacca ad ogni occasione possibile l'Occidente, bolla le sanzioni come "atto di aggressione internazionale, una forma di guerra ibrida". E ancora, ha sbandierato la minaccia nucleare. E ha parlato di quello che, a suoi dire, sarebbe il vero piano di Putin: "Ricostruire l'impero russo, un impero che vada da Vladivostock a Lisbona".

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