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Mediterraneo, Guerra fredda al largo di Taranto: Varyag, "il killer russo delle portaerei Nato"

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La Guerra fredda di nuovo alle porte dell'Italia, nel Mediterraneo sempre più cruciale e "caldissimo". Nel Mar Ionio pochi giorni fa si è registrato l'inseguimento tra il cacciatorpediniere russo Kulakov e la portaerei statunitense Truman. Un evento, spiega il Giornale, legato alla chiusura degli stretti turchi che ha costretto le forze navali russe a spingersi fino al Mediterraneo, di fatto un "lago della Nato". Inquietante l'equipaggiamento delle due navi da guerra: la Truman trasporta i cacciabombardieri F18 Hornet mentre il Kulakov "è un destroyer d’epoca sovietica equipaggiato con missili cruise Kalibr", sottolinea sempre il Giornale, e si muove in coppia con l'incrociatore Varyag, definito dagli esperti "il killer delle portaerei" (posizionato a circa 400 miglia nautiche dalle coste italiane).

 

 

 

Gli incroci pericolosi vanno avanti da almeno due mesi, con la flotta russa che tallona da vicino non solo la Truman, ma anche la De Gaulle (tornata a Tolone) e la Cavour (ora a Taranto). Una guerra di nervi all'ombra di quanto sta accadendo in Ucraina, un conflitto sempre meno locale e sempre più globale. Il Mediterraneo è sempre più un mare militarizzato: la Marina Usa aveva inviato anche quattro cacciatorpediniere, le USS The Sullivans, USS Donald Cook, USS Mitscher e USS Gonzalez, tra gennaio e febbraio scorsi. E sempre a fine febbraio c'era stato un altro precedente ad alta tensione, con lo Ustinov russo che aveva seguito la Truman per poi tornare nel quartier generale di Tartus, in Siria. Dalle immagini satellitari, tra l'altro, sempre di fronte a Tartus è stata avvistata anche la vice-ammiraglia Paromov
 

 

 

 

Dal 24 febbraio, giorno dell'invasione russa in Ucraina, sono aumentate esponenzialmente le tensioni. La flotta di Mosca punterebbe a lanciare avvertimenti alla Nato, oltre che creare "diversivi" rispetto alla zona calda della guerra. Al momento escluse mire precise di Vladimir Putin nel Mediterraneo, ma "l'incidente" è sempre dietro l'angolo visto che dalla sola nave russa nel 2016 siamo arrivati oggi a 10-12 imbarcazioni militari. E l'Italia è chiamata in causa in prima linea, visto che la maggior parte di tallonamenti si è registrato nelle acque non lontano da Taranto. 

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