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Ucraina, “effetto jack-in-the-box”: strage di tank russi, qual è il punto debole (e come lo hanno scoperto)

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Il cosiddetto effetto “jack-in-the-box” è uno dei principali punti deboli dell’esercito russo, che ha perso centinaia di carri armati da quando ha lanciato l’offensiva in Ucraina. Il segreto non sta solo nelle armi sofisticate di difesa che i resistenti hanno ricevuto da parte della Nato, ma anche in un difetto di fabbrica che i russi non si sono preoccupati di correggere: secondo il bollettino dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine sono oltre 900 i tank russi distrutti.

 

 

Ma dicevamo dell’effetto “jack-in-the-box”: in pratica i carri armati risentono di un difetto di progettazione su come e dove conservano le munizioni pronte all’uso. A differenza dei tank occidentali, quelli russi contengono i proiettili all’interno delle torrette. Ed è qui che si palesa la rischiosissima falla: ogni colpo, anche indiretto, contro o vicino al carro armato può innescare una reazione a catena facendo esplodere fino a 40 proiettili all’interno del mezzo blindato. “Qualsiasi colpo riuscito - si legge sulla Cnn - accende rapidamente le munizioni provocando una massiccia esplosione e la torretta viene letteralmente fatta saltare in aria”.

 

 

Sempre alla Cnn è intervenuto Sam Bendett, un esperto americano che conosce molto bene le forze militari russe: “Quello a cui stiamo assistendo con i carri armati russi è un difetto di progettazione”. Una ulteriore conferma su quello che sta succedendo in Ucraina, dove il bilancio dei tank persi da Mosca è sempre più pesante.

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