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Dimitry Kulikov, il "golpe lungo" di Biden: "Ha chiesto a Putin di farsi da parte, e il presidente..."

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L'America aveva già deciso di distruggere Vladimir Putin già molti anni fa. "Questo è il presupposto da cui parto", riflette Dimitry Kulikov, politologo e conduttore tv russo in collegamento con Massimo Giletti a Non è l'arena, su La7.

 

 

 

 

"Nel 2011 Joe Biden, vice di Obama, venne a Mosca e si era incontrato con la cosiddetta opposizione russa. In seguito a questo incontro, avevano condiviso le parole di Biden e parlato del fatto che il vicepresidente americano avrebbe voluto chiedere a Putin di non presentarsi alle elezioni del 2012. Dal mio punto di vista si è trattato del momento in cui gli Stati Uniti d'America hanno preso la decisione di cambiare le strutture del potere della Russia, dal momento che Putin ha voluto ricandidarsi nel 2012 avendo tra l'altro una vittoria chiarissima. Per Biden e gli Stati Uniti d'America è stato il momento in cui qualcuno ha detto di no agli Usa". 



Kulikov e la teoria del "golpe lungo" Usa contro Putin: guarda il video di Non è l'arena

 

La tesi di Mosca, in altre parole, è quella di un "golpe lungo" al Cremlino, un piano per il "regime change", il cambio di regime che parte dall'inasprimento dei rapporti tra Mosca e la Nato, con l'allargamento all'Est Europa dell'alleanza atlantica in chiave anti-russa, e con i fatti di Ucraina, partendo dalla guerra in Donbass nel 2014 e alle proteste di piazza di Euromaidan per finire con il drammatico conflitto scoppiato ufficialmente il 24 febbraio scorso, che sarebbero serviti a Washington come alibi perfetto per scatenare la guerra totale contro lo Zar.

 

 

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