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Zelensky prende a schiaffi la Nato, l'accusa senza precedenti che fa salire la tensione

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Il presidente ucraino Zelensky adesso mette nel mirino la Nato. Dopo aver chiesto (e ricevuto) sostegno con le armi da parte dei Paesi del Patto Atlantico e da parte dei Paesi dell'Unione europea, adesso, a quanto pare, il rapporto di collaborazione tra Kiev e l'Occidente sembra essersi incrinato. E a spiegare bene come stanno le cose sono le parole del capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba: "Vediamo la Nato come un'alleanza, come un'istituzione messa da parte e che non fa assolutamente nulla".

 

 

Parole pesantissime che pesano come macigni nel contesto della guerra che si fa sempre più aspro.  Il numero uno della diplomazia di Kiev ha poi ribadito la posizione del suo Paese sul fronte dei negoziati: "Non abbiamo precondizioni per una ripresa. Emozionalmente è doloroso sedersi al tavolo con loro dopo le atrocità commesse dalle truppe russe in Ucraina ma siamo pronti a controllare le nostre emozioni se questo significa restaurare la pace e la nostra integrità territoriale. Il problema che la Russia non sta mandando alcun messaggio di volersi davvero sedere al tavolo e parlare in buona fede". 

 

E sulla stessa linea si è schierato proprio il presidente ucraino Zelensky che in un videomessaggio notturno ha ricordato "a coloro che cercano di imporre la necessità di concessioni territoriali alla Russia" i "tentativi falliti di placare l'aggressore nazista nel 1938". Il riferimento è all'accordo di Monaco che concesse alla Germania di Hitler la Cecoslovacchia e soprattutto alle parole pronunciate a Davos dall'ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger, il quale ha affermato che la pace non potrà che passare attraverso la cessione di alcuni territori a Mosca.

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