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Ucraina, Vittorio Feltri: "Sotto le bombe pensano alle nozze gay"

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Vittorio Feltri
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 L'Ucraina, come è noto, non se la passa molto bene. E così il suo popolo. Il vice capo del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Dmitri Medvedev, ha annunciato che il Paese invaso da Mosca potrebbe scomparire dalla mappa del mondo, ossia perdere la sovranità statale, essere cancellato dalla comunità internazionale. Poche ore prima il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov aveva dichiarato che è intenzione di Mosca estendere la sua offensiva oltre i territori del Donbass. Intanto la carneficina prosegue. E in questa macelleria, che si protrae già da troppo tempo, una delle priorità degli ucraini, stando alla stampa internazionale, è la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.

 

 

 

Una petizione lanciata dai cittadini avrebbe appena superato le 25 mila firme necessarie affinché il presidente Zelensky, entro una decina di giorni, valuti la proposta, introducendo una procedura che conduca a tale riconoscimento. Un chiarimento è necessario: non mi preme entrare nel merito della questione, dal momento che non mi impressiona e non mi scandalizza che un uomo convoli a nozze con un uomo o una donna con una donna. Affari loro. Il punto è un altro: è mai possibile che la sinistra, anche alle prese con l'apocalisse, si concentri su questioni tanto marginali o comunque non urgenti? È urgente risolvere il conflitto. È urgente salvare la vita ai bambini. È urgente liberare il territorio ucraino. È urgente riportare a casa milioni di profughi costretti all'estero. È urgente ristabilire pace e benessere. Non è urgente per niente la discussione sul riconoscimento dei matrimoni gay in Ucraina.

 

 

 

Ma i progressisti di tutto il mondo lo considerano affare di vita o di morte, in quanto sembra che nel Paese solo i familiari possano raccogliere dalle strade e dare sepoltura ai caduti nel corso dei combattimenti. Ma vi pare che durante una guerra venga proibito alle persone di seppellire i cadaveri dei propri cari se non sono legalmente vincolate al defunto mediante un contratto di matrimonio riconosciuto? I civili tutti, quelli che sopravvivono, si danno da fare per garantire dignità alle vittime, tutte, senza distinzioni. La sinistra è uguale ad ogni latitudine. Ha sotto il naso le vere piaghe che affliggono noi comuni mortali, eppure le ignora, concentrandosi su faccende di lana caprina o comunque di rilievo di gran lunga inferiore. Poniamo fine alla guerra e garantiamo gli inviolabili diritti umani, che ancora laggiù devono essere ripristinati. Poi potremo occuparci delle nozze gay. 

 

 

 

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