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Zaporizhzhia, reattore disattivato: incubo nucleare, cosa sta accadendo

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Il reattore numero 5 della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato disattivato dal sistema di protezione dopo un attacco di artiglieria. A riferirlo nella mattinata di oggi, giovedì 1 settembre, la società nazionale ucraina per la produzione di energia nucleare, Energoatom, accusando le forze russe per l'attacco. Il tutto viene rilanciato dai media ucraini. 

Per il capo dell'amministrazione nominata da Mosca a Zaporizhzhia, Volodymyr Rogov, citato dai media russi, a bombardare l'area sono state le forze ucraine. Energoatom ha riferito l'altro dei due reattori operativi, il numero 6, continua a fornire energia per le esigenze dell'impianto.

Insomma, prosegue il rimpallo di responsabilità tra Mosca e Kiev. E soprattutto prosegue la battaglia attorno alla centrale nucleare, la più grande dell'Ucraina. Il timore è che si possa incappare in un incidente atomico dalle conseguenze disastrose. 

E ancora, sullo sfondo - rilanciata da Italia Oggi - anche una teoria inquietante: un grave incidente alla centrale farebbe scattare una contaminazione nel cuore produttivo dell'Ucraina e dell'Europa centrale. Come conseguenza, scatterebbero i soccorsi sanitari internazionali, imponendo una tregua che, de facto, imporrebbe lo status quo della situazione militare. E che, dunque, potrebbe concedere tempo a Putin per riorganizzarsi e non cedere i territori. Ammesso e non concesso che poi, questa maledetta guerra ricominci. "Il delitto perfetto", conclude Marco Antonellis su Italia Oggi.

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