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Mosca, "fuciliamo i generali": rivolta dei mastini contro Putin. E lavrov...

Maurizio Stefanini
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Le truppe ucraine nel settore di Kharkiv hanno raggiunto il confine, e i bombardamenti iniziano a colpire il territorio russo: non solo la solita Belgorod, dove ci sono stati un morto e 4 feriti, ma ormai anche Taganrog e Rostov. «Putin è a conoscenza del ritiro delle truppe della Russia», ha risposto ineffabile in conferenza stampa il portavoce del Cremlino Dmytri Peskov a radio Mayak, insistendo: «L'operazione va avanti fino a raggiungimento obiettivi». In realtà, sta andando indietro. «Tutto ciò che accade, qualsiasi azione intrapresa dai militari durante l'"operazione speciale" viene segnalata al comandante supremo. Il presidente Putin è in costante comunicazione, 24 ore su 24, con il ministro della Difesa e tutti i comandanti militari». Ci mancherebbe altro... Ha poi aggiunto che «al momento non vediamo alcuna prospettiva per i negoziati», evidenziando «l'assenza di qualsiasi prerequisito» per la loro ripresa. È lo stesso concetto espresso dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov alla Tass: «La Russia non rifiuta le trattative con l'Ucraina, ma vi sono alcuni ritardi che complicano il processo negoziale».

Ma se il «prerequisito» consiste nel subire l'offensiva russa, sembra di capire che la pace starebbe diventando addirittura impossibile. Alla domanda su dove arriveranno le truppe ucraine, in effetti, la risposta di Peskov è stata: «Chiedetelo al ministero della Difesa». Al posto di Peskov, però, parlano altri. In particolare, coloro che sulla vittoria russa avevano puntato, e ora si ritrovano con il cerino in mano. Come si vede dalla folla di civili che sta scappando assieme ai militari. «Non è stata la notte più facile, né la mattina più facile. Nelle ultime 24 ore, migliaia di persone hanno attraversato la frontiera», ha detto il governatore della regione di Belgorod, Viaceslav Gladkov, in un messaggio video pubblicato sul suo canale Telegram. Vitaly Gancev, che i russi avevano messo alla testa della amministrazione militare e civile di occupazione nella zona di Kharkiv, alla tv di Stato Rossiya 24 ha detto: «Credo che il comando russo abbia deciso di ritirarsi e raggrupparsi per preservare il nostro personale». Ha pure informato che sono «circa 5000» i civili evacuati in Russia, e ha ammesso che i nemici «si stanno avvicininando molto alla frontiera». Il volto della propaganda tv Vladimir Solovyev ha pubblicato un post nel quale invitava a fucilare i responsabili della ritirata da Kharkiv, ma poi lo ha rimosso.

 

 

 

LA SORPRESA DI KADYROV

Anche il leader ceceno Ramzam Kadyrov non le manda a dire. «Non sono uno stratega, come il ministero della Difesa, ma si sono commessi errrori. Credo che dovranno trarne alcune necessarie conclusioni», ha spiegato in un messaggio di 11 minuti su Telegram. «Se oggi o domani non si producono cambi nella conduzione della operazione militare speciale, mi vedrò occupato a andare dai dirigenti del Paese per spiegare loro la situazione sul terreno». Nel contempo, annuncia che i suoi ceceni «hanno preparato un'interessante sorpresa per le bande ucraine, che presto diventerà nota: nel frattempo, non svelerò il piano». E promette che le città perse saranno riconquistate Ma sembra che il ruolo maggiore che i ceceni potrebbero esercitare potrebbe essere quello di operare nelle retrovie per giustiziare i soldati russi che provino a scappare. Un metodo che Stalin utilizzò massicciamente durante la guerra contro i tedeschi. E addirittura lo spettro delle sconfitte contro i giapponesi nel 1905 a Mukden e Tsushima è evocato da Igor Girkin: ex-colonnello dell'Fsb nostalgico dello zar, ex-comandante della Milizia Popolare e ministro della Difesa della Repubblica Popolare di Donetsk, ora popolare blogger ultranazionalista. «Abbiamo perso, ormai è solo questione di tempo», ha spiegato al mezzo milione di sottoscrittori del suo canale Telegram.

 

 

 

COLLOQUI DI PACE

E una specie di rissa c'è stata a un talk show sulla tv Ntv, quando l'ex-deputato della Duma Boris Nadezhdin che ha ricordato: «Putin aveva promesso che l'Operazione Speciale in Ucraina non avrebbe fatto vittime civili, sarebbe stata rapida e che la Guardia Nazionale avrebbe risolto tutto in poco tempo. E questo perché, secondo l'esperto, al presidente era stato detto che gli ucraini si sarebbero arresi e che volevano diventare russi. È stato detto anche alla tv. È giusto dire che è impossibile vincere in Ucraina con metodi da guerra coloniale, usando i mercenari e senza mobilitazione. Perché dall'altra parte c'è un esercito ben equipaggiato e molto ampio». Quando il conduttore gli ha chiesto se stava suggerendo una mobilitazione generale, Nadezhdin ha risposto che suggerisce di aprire i colloqui di pace per finire la guerra. 

 

 

 

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