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Vladimir Putin, "il prima possibile": segnali di resa dello zar?

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“Vogliamo che la guerra in Ucraina finisca il prima possibile”. Parole molto importanti, quelle pronunciate da Vladimir Putin a margine del vertice organizzato a Samarcanda, in Uzbekistan. Per la prima volta il presidente russo sembra pronto a cedere, anche perché le cose sul campo di battaglia hanno preso una brutta piega per lui: chissà poi che non stia anche ricevendo pressioni interne affinché si ponga fine a questo folle conflitto, iniziato lo scorso 24 febbraio.

“Faremo di tutto per garantire che tutto questo si fermi il prima possibile”, ha ribadito Putin nell’incontro con Narendra Modi, premier indiano che spinge per una risoluzione diplomatica perché “questo non è tempo di guerra”. Il presidente russo ha però sostenuto che al momento è Kiev a fare muro: “La leadership ucraina ha annunciato l’abbandono del processo negoziale e dichiarato di voler raggiungere i suoi obiettivi con mezzi militari”. Nel frattempo gli Stati Uniti continuano a spingere il conflitto verso una soluzione, impegnandosi a indebolire la Russia con ulteriori sanzioni.

Va però ricordato che Mosca, nonostante la disfatta militare delle scorse settimane, controlla ancora ampie aree dell’Ucraina: riprendersele tutte per Kiev è proibitivo, per non dire impossibile, ma le recenti vittorie hanno galvanizzato gli ucraini, che in questo momento sono categorici e affermano di non voler concedere nemmeno un centimetro. Prima o poi l’amministrazione Biden dovrà prendere una posizione a riguardo: la promessa del sostegno per far valere la sovranità dell’Ucraina è sempre valida, ma se si apre uno spiraglio per una risoluzione diplomatica non può essere ignorato.

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