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Sergej Kirienko, "il vicerè di Putin ha detto no": terremoto in Russia

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Mentre le dimostrazioni di forza da parte di Vladimir Putin proseguono imperterrite, le voci interne al Cremlino farebbero pensare ben altro, e cioè che il presidente russo sarebbe sempre più solo e debole. Secondo quanto riporta la Repubblica, alcuni tra gli uomini di Putin a lui più vicini non sarebbero d'accordo con il referendum ordinato in tempi record. Tra questi, emerge il nome di Sergej Kirienko, soprannominato il "viceré del Donbass", ossia il primo vice capo dell'amministrazione presidenziale - il più importante organo decisionale all'interno della Federazione russa - incaricato di curare i rapporti con le Repubbliche separatiste nell’Est Ucraina e con tutti i territori ucraini occupati dalla Russia. Sempre stando alle fonti interne, altri esprimerebbero il loro dissenso verso la cosiddetta "operazione militare speciale" in Ucraina in maniera più velata. Il primo ministro Mikhail Mishustin con il silenzio, mentre il sindaco di Mosca, Sergej Sobjanin, facendo rimuovere dalla capitale le “Z”, simbolo del sostegno all’invasione.

 

 

Una realtà, questa, ben distante da quanto la propaganda farebbe apparire all'esterno, in primis ai cittadini russi. Infatti, proprio in occasione dell’avvio del referendum, indetto nelle province ucraine di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, per l'annessione alla Russia, a Mosca si è organizzata una manifestazione per omaggiare il voto. Sul palco allestito in piazza del Maneggio, alle spalle del Cremlino, circondato da una folla che ha sventolato bandiere sono intervenuti i leader di diversi partiti politici, che hanno commentato positivamente il referendum, definendolo "l'inizio di una nuova storia comune". 

 

 

 

 

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