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Russia, servizi furiosi con Abramovich: esplode il caso ostaggi, caos al Cremlino

Roman Abramovich

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Il conflitto ucraino è arrivato a un punto in cui a doversi preoccupare al momento è soprattutto Vladimir Putin, non solo per i territori riconquistati dalle truppe di Kiev ma anche per quanto sta accadendo all’interno della Russia. Innanzitutto non sono passate inosservate le ultime dichiarazioni di Ramzan Kadyrov: il leader ceceno ha attaccato brutalmente i vertici militari di Mosca, a partire dal capo di stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.

 

 

L’aria sta cambiando, se ne è accorto il giornalista Christo Grozev: “Scissione totale all’interno della lobby della guerra, e non è detto che finisca in modo pacifico, non è un gioco di parole”. Stessa sensazione anche per Dmitry Alperovich: “Le critiche palesi e sempre più stridenti nei confronti della leadership militare russa si stanno intensificando da parte di persone che contano davvero: Kadyrov, Prigozhin, tra gli altri. La situazione continuerà a peggiorare con la riconquista di territori chiave da parte degli ucraini. Putin potrebbe essere costretto a sostituire Shoigu e Gerasimov”.

 

 

E poi c’è il caso di Roman Abramovich, passato sotto silenzio ma ritenuto molto pesante in Russia: l’ultimo scambio di prigionieri con l’Ucraina è stato deciso da Putin contro la volontà dei servizi segreti di Mosca. La mediazione è stata curata da Abramovich, facendo risentire non poco l’Fsb e alimentando ulteriormente le tensioni tra i vertici, servizi segreti e Putin, con quest’ultimo che adesso deve pure affrontare una crepa enorme che si è venuta a creare nel suo gruppo dirigente.

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