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I pacifisti? Vadano pure a manifestare sotto l'ambasciata russa

Vladimir Putin

Giovanni Sallusti
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Cari pacifisti, e vi chiamo così perché vi prendo in parola, vi considero gli eredi di una nobile tradizione di pensiero, non i servi sciocchi di qualcuno: avete ragione. La guerra che lacera il cuore dell'Europa e devasta le sue economie è inaccettabile, il ritorno dell'incubo atomico è un remake osceno della storia.

L'allarme suonato dalla vostra testata di riferimento, Il Fatto Quotidiano, per quanto enfatico è fondatissimo: "In piazza per la pace prima che sia tardi". Di fronte all'abisso che si spalanca, anche le visioni contrapposte del mondo vengono meno, perché è in discussione la stessa permanenza di qualcosa come il mondo. Per cui ci vediamo tutti lì, decidete voi giorno, ora e dettagli organizzativi, quel che conta è esserci, anche nella diversità. Sarò infatti fiero di essere fianco a fianco con Giuseppe Conte che ha proposto per primo l'adunata, con Piero Sansonetti che risponde "presente anche se ci sei tu", con le Acli cattoliche e con l'Arci post-partigiana, col maschio caudillo Vincenzo De Luca e la nobildonna del femminismo Boldrini, perfino con rivoluzionari ipotetici come Luigi De Magistris e comunisti acclarati come Paolo Ferrero.

 

L'importante è che, per una volta, saremo tutti lì. Come dite, "lì" dove? A Roma in via Gaeta 5, ovviamente, davanti alla sede dell'Ambasciata della Federazione Russa. Ma scusate, lo so che è pleonastico specificare, né tantomeno voglio insegnarvi il mestiere di pacifisti con la schiena dritta e la testa funzionante. È evidente, no, che una grande mobilitazione per la pace e contro lo spettro sterminatore del nucleare va fatta lì, in faccia a chi ha stracciato la pace e riesumato lo spettro? Vi regolavate così del resto, di fronte alle guerre americane (che poi erano in parte, se non soprattutto, guerre al terrorismo islamista, ma transeat) e alle operazioni militari della Nato, trascinavate la marea arcobaleno sotto le ambasciate e i consolati dello Zio Sam assassino, non c'è alcun motivo per procedere diversamente, il pacifismo italico è una cosa seria, mica coltiva il doppiopesismo etico e l'ideologia anti-occidentale, stavolta le canterete chiare allo Zio Vlad assassino, giusto? 

 

E dunque ci vediamo lì, non c'è nessun dubbio, il rigore dei valori per un pacifista è tutto, porteremo l'urlo per la pace sotto le finestre di chi ha oltrepassato l'inaudito, ha innescato la guerra su larga scala in Europa per la prima volta dal 1945, ha violato coi carri armati i confini di uno Stato libero e sovrano per forzare la mappa geografica attraverso la distruzione, ha massacrato, seviziato e deportato i civili (l'ultima scoperta di 22 camere di tortura nella regione liberata di Kharkiv è di ieri), ventila se non minaccia esplicitamente ogni giorno l'uso della bomba atomica, e sarà spettacolare. Un'unica coscienza collettiva contro i gerarchi-marionette di Putin che ringhiano sul "diritto della Russia di usare il nucleare" (cioè di materializzare l'apocalisse), contro i grotteschi talk show moscoviti che simulano la scomparsa di intere nazioni grazie al loro arsenale, contro il macellaio ceceno (e islamico, scusate se disturbo con questa postilla) che chiede ancora più guerra al suo principale. Vi aspetto lì, in via Gaeta 5, sono sicuro che verrete.

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