Macron nella bufera per la bimba sgozzata: rischia grosso
Ha scosso l'intera Francia il ritrovamento del corpo di una bambina di 12 anni trovato in una valigia nel nord-est di Parigi nella giornata di venerdì 14 ottobre. La piccola Lola Daviet è finita in un baule, abbandonato nel cortile di un palazzo, dopo essere stata torturata, violentata e sgozzata. L’edificio è adiacente a quello in cui Lola viveva con la sua famiglia, e dove l'incriminata per l'omicidio, una donna algerina di 24 anni senza fissa dimora, andava a dormire di tanto in tanto ospite della sorella. A dare la svolta al caso, un filmato delle telecamere di sorveglianza alle 15,20 di quel giorno nell’androne del palazzo, dove si vede entrare la ragazzina, vestita di bianco con un zaino in mano, seguita da una donna in pantaloni chiari e felpa grigia.
Secondo le ricostruzioni, Lola stava rientrando a casa, dopo la scuola. Arrivata al portone sarebbe stata avvicinata dalla senzatetto, che l'avrebbe convinta a entrare nell'appartamento della sorella e non nel suo. Da quel momento la ragazzina sparisce. Immediato è l'allarme dei genitori, che ne denunciano la scomparsa e fanno scattare le ricerche. In quella sera stessa Lola viene trovata morta in una valigia, secondo l'autopsia per asfissia e per le ferite da coltello riportate. Intanto, grazie anche a diverse testimonianze di abitanti del quartiere, gli inquirenti riescono a risalire alla sospettata e ne tracciano gli spostamenti, fino ad arrestarla, sabato alle 6 del mattino.
La donna incriminata per omicidio di minore, stupro con torture e atti di barbarie, è Dahbia B., una giovane senzatetto con precedenti psichiatrici, nota alla polizia come vittima di violenza domestica. Era entrata legalmente in Francia nel 2016 con un permesso di soggiorno per studenti, che era poi scaduto. Lo scorso 21 agosto era stata arrestata in un aeroporto francese per mancanza di permesso di soggiorno e contro di lei era stata emessa un’ordinanza con l’obbligo di lasciare la Francia. Fatto sta che da quando è emerso che la 24enne aveva ricevuto il foglio di espulsione, senza dar seguito all'ordine, sul caso si è acceso un forte dibattito politico che messo in imbarazzo la presidenza di Emmanuel Macron, che in campagna elettorale si era impegnato a rimpatriare il 100% degli espulsi. A parlare, dall'opposizione, Marine Le Pen, che tuona: "la sospettata di quest'atto barbaro non sarebbe dovuta essere in Francia da almeno tre anni, troppi crimini e delitti sono commessi da clandestini non rimpatriati, è l'ennesimo caso. Intanto, gli inquirenti non hanno saputo dare informazioni sul reale movente, che - all'apparenza - sembrerebbe non esserci. L'unico fatto noto è che tra la madre della ragazzina e la presunta assassina ci sarebbe stata una lite, banale, su un badge di accesso che la madre di Lola, in quanto portinaia dell'edificio, avrebbe negato all'algerina per l'ingresso nel palazzo. Rifiuto che è costato a Lola la sua giovane e innocente vita.
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