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Elon Musk e Vladimir Putin... l'inchiesta che sconvolge il mondo

Elon Musk

Daniele Dell'Orco
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La battaglia per Kherson è sempre più vicina, con l'esercito ucraino che sonda le difese russe un paio di volte alla settimana per capire quale zona della linea di contatto attaccare per riconquistare la riva sinistra del fiume Dnepr. L'attenzione degli analisti militari è puntata sulla grande diga di Nova Kakhova, che sia russi che ucraini accusano l'altro di voler far saltare. Il premier ucraino Denys Shmyhal ha chiesto alle Nazioni Unite, all'Ue e ad altre organizzazioni di organizzare una missione di osservazione internazionale sul sito, così come il personale ucraino. Trovandosi su territorio controllato dai russi, le autorità della regione come il vice-governatore Kirill Stremousov, ritengono che siano gli ucraini che vogliono attaccare la diga per inondare buona parte dell'estuario del Dnepr per costringere i russi ad abbandonare diversi villaggi e soprattutto la città capoluogo. In entrambi i casi sarebbe una catastrofe umanitaria. Proprio da Kherson i russi stanno evacuando da giorni più civili possibili sia al di là del fiume che nelle regioni della Russia "storica" come Rostov.

Giovedì notte, una carovana intenta ad attraversare il Dnepr sui battelli allestiti sotto il ponte Antonovsky è stata colpita dall'artiglieria ucraina. Solito scambio di accuse con Mosca che denuncia la morte di 4 persone (di cui 2 giornalisti locali) e il ferimento di altre 10. Kiev accusa l'esercito russo di aver inscenato l'attacco su civili rivolto in realtà contro i militari. Versioni opposte anche sulla presunta presenza di istruttori militari iraniani in zona di guerra, arrivati per addestrare i russi all'uso dei droni Geran-2 che stanno terrorizzando l'Ucraina. Un funzionario ucraino ha dichiarato ieri a Kan News di averne uccisi addirittura dieci. Una notizia che sarebbe clamorosa e che giunge mentre funzionari americani e ucraini accusano l'Iran di essere parte del conflitto. Sia le autorità russe che quelle iraniane negano la collaborazione militare tra le due industrie belliche e ancor di più la presenza di iraniani in aiuto dei russi.

MISSILI DA TEHERAN
Le prove che Mosca, storicamente a corto di tecnologie UAV d'attacco, abbia fatto ricorso all'Iran per avere droni (costruiti su licenza con modifiche secondo i dettami di Mosca o acquistati direttamente non è dato sapere) sono ormai inconfutabili. E a breve potrebbero comparire nel cieli ucraini anche missili balistici prodotti da Teheran. Mentre il grosso delle truppe ucraine è impegnato sul fronte di Kherson e intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, i russi stanno provando qualche timida avanzata nella regione di Donetsk e nei territori perduti della regione di Kharkiv. Proprio in una di queste, nel villaggio di Pervomaisk, ha perso la vita il combattente italiano Elia Putzolu i cui funerali si sono tenuti ieri. Un altro snodo fondamentale è quello di Bakhmut, menzionato in un ennesimo tweet da Elon Musk, in un botta e risposta con Medvedev. Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo gli ha risposto: «Ci vediamo a Mosca nel giorno della vittoria». I cinguettii "filorussi" di Musk piacciono sempre meno al governo statunitense che sta valutando l'ipotesi di sottoporre alcune società del magnate a un controllo di sicurezza nazionale. Tra queste la stessa Twitter e la rete di satelliti Starlink. Secondo quanto riportato da Bloomberg l'esigenza nasce dalla preoccupazione per la recente minaccia del tycoon di interrompere proprio i servizi satellitari Starlink in Ucraina. Un tentativo di scucire al Pentagono delle risorse che non è stato per niente gradito dalla Casa Bianca. 

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