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Ambientalisti fermano l'ambulanza e muore una donna: uno choc

Renato Farina
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Era rimasta intrappolata lì sotto. Bisognava sollevare il pesante camion per liberarla e soccorrerla. Un mezzo idoneo dei vigili del fuoco era partito, era annunciato il suo arrivo, ma è arrivato troppo tardi. La signora ha lottato, niente da fare. Il coma si è alla fine risolto venerdì con il decesso. Maledetto ritardo. Che era successo? Il traffico? Ma no, un ingorgo studiato a tavolino.

Gli attivisti di Last Generation (Leztze Generation in Germania, Ultima generazione in italiano) avevano bloccato un'entrata della tangenziale che circonda Berlino. Questi tizi, con cartelli che propongono l'aumento del prezzo di bus e metropolitane a 9 euro per scoraggiarne l'uso, si erano divisi in due squadre: i tipi agili si sono appesi ai cartelli delle indicazioni stradali, i meno attrezzati si sono seduti e incollati sul serio - all'asfalto. Secondo i tecnici si sono perduti tra i 7 e 9 minuti. Sono stati fatali? Lo deciderà l'autopsia.

DUE DENUNCIATI
Intanto la polizia ne ha denunciati due per blocco stradale: hanno rispettivamente 63 e 59 anni, non male per essere giovani disperati, afflitti da ansia-climatica, secondo l'analisi che prevaleva tra i sociologi fino a un attimo fa. Un comunicato di Last generation dichiara ufficialmente che i ragazzi della loro organizzazione sono «sconvolti e in lutto», e ci mancherebbe. I capi dicono che è sbagliato dar loro la colpa senza prove, che a loro spiace molto. Ma lo mettevano in conto un esito letale, qui olà, non potevano prevedere dove sarebbe accaduto, ma alla fine va bene così. Così sono riusciti una volta di più - come si dice oggi - "a spaccare", a mettersi al centro del mondo. Un morto casuale è niente di fronte alla fine dell'umanità, se serve a risvegliare la maggioranza inerte e soprattutto a spaventare la politica perché si muova obbedendo ai profeti della "catastrofe climatica".
Abbiamo visto le loro azioni.

Finora, causa le azioni di imbrattamento di capolavori della pittura a cura di ragazzette e ragazzotti selezionati dagli agitatori per il loro faccino mite, ci pareva giusto definirli eco-imbecilli. Anche quando un gruppo di loro aveva bloccato il Grande Raccordo Anulare di Roma, con lo striscione che proclamava «No gas, no carbone», ci erano parsi un gruppo di deficienti organizzati. Definiti eco-radicali da chili apprezza. Ci pareva esagerato chiamarli «écoterroristes» come aveva fatto il ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin, dopo che una manifestazione dei loro gemelli di "Extinction Rebellion" (Ribellione contro l'estinzione) era degenerata (ma in realtà volevano proprio questo) in quella che i residenti di Sainte-Soline (dipartimento Deux-Sèvres, Nuova Aquitania) hanno chiamato «la guerra dell'acqua». Sessanta poliziotti feriti, altri trenta tra chi considera la creazione di grossi bacini per l'irrigazione un delitto che avvicina la fine dei tempi. Ci pareva adeguato eco-scalmanati. Ma adesso va bene cosi. Trattare il popolo come una massa di idioti da svegliare con la roulette russa dei blocchi stradali, e pazienza se qualcuno crepa, ci dispiace, è qualcosa di criminale: è un po' come lasciar cadere un vaso di fiori dalla finestra. L'andamento consueto della vita sociale porta con sé emergenze quotidiane: la necessità della corsa Secondo i profeti della "catastrofe climatica" un morto casuale è niente di fronte alla fine dell'umanità, se serve a risvegliare la maggioranza inerte e a spaventare la politica di autoambulanze e di mezzi dei pompieri non è un fattore imprevedibile. Infatti... Questa non violenza, dicono i suoi teorici attuali, è illegale ma sarebbe legittimata dai fini.

ARRESTI E DIFESA GRATIS
Olaf Scholz si è limitato a dire che «i blocchi stradali non sono una buona idea. Chi si trova nell'ingorgo non viene convertito a guardare con più serietà i temi della salvezza del pianeta, ma si arrabbia e basta». Nel governo di Scholz ci sono i Verdi che sono spaventati dall'essere improvvisamente scavalcati e In Germania il cancelliere Definiti eco -radicali da chi li apprezza, ci erano parsi un gruppo di deficienti organizzati, come coloro che bloccano il traffico a Roma. E ci pareva esagerato chiamarli «écoterroristes» te il presunto "lutto". Ieri i soliti bellimbusti hanno operato al Prado di Madrid impiastricciando i muri con la scritta 1,5 (che rappresenta la crescita della temperatura media, vista come colpevolmente provocata dall'industria e dalle auto) e poi incollando le mani alle cornici di due Goya.

Tutto questo accade dopo che tre sbarbatelle/i hanno lanciato la zuppa di verdure su "Il seminatore" di Vincent Van Gogh esposto a Palazzo Bonaparte a Roma. Una settimana fa, tre persone sono state arrestate nei Paesi Bassi dopo aver lanciato salsa di pomodoro vicino alla "Ragazza con l'orecchino di perla" di Johannes Vermeer, un dipinto esposto al Museo Mauritshuis dell'Aia.

DIPINTI NEL MIRINO
Pochi giorni prima, due attivisti di Last Generation hanno lanciato purè di patate contro un dipinto di Claude Monet in mostra al Museo Barberini di Potsdam, vicino a Berlino. La prima di queste azioni simboliche è avvenuta quando gli attivisti di "Just Stop Oil" hanno versato zuppa di pomodoro sui "Girasoli" di Van Gogh al National Gallery Museum di Londra. Queste le azioni idiote che minacciano ormai di essere una moda infestante, ma soprattutto con la loro apparente innocuità e pubblicità a poco prezzo di essere il terreno su cui costruire un'architettura di violenza. Vade retro, ecoterrorismo. 

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